Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
DI GENOVA 377
clie mezze rolte e conquassate erano riuscite a sottrarsi da quella catastrofe, una venne poco dopo a darsi prigione, amando meglio il capitano die la comandava sperimentare la generosità del vincitore che incontrare la sorte di un Suo camerata, che, giunto il primo a Napoli, era stato con vana crudeltà dal principe d'Orange inferocito per la sconfitta, preso ed impiccato.
Morirono dalla parte degli Spagnuoli, oltre il Viceré e Cesare Fieramosca capitano di grido, più di mille; fra i prigionieri, molto più numerosi, annoveraronsi; il marchese del Guasto, Ascanio Colonna, il principe di Salerno, il marchese di S. Croce, Cammillo Colonna, Fabrizio Giustiniani, FHippo Cerbellione, Giovanni Caietani e molti altri capitani ed ufficiali di vaglia. Sopra il corpo dell' estinto Viceré, sfogarono con osceni incrudeli-menti, i barbareschi, la vendetta delle atrocità commesse per 1'addietro da don Ugo sulle coste dell' Affrica.
Uopo questo successoTesercito francese crebbe d'ardire; credevasi co-tójtoemente che Napoli non si sarebbe potuta sostenere per longo tempo. Mandava il Lautrec piuttosto superbamente a chiedere al conte Filippino, gli consegnasse i fatti prigionieri; ma questi, dubitando che ciò non fosse disapprovato da Andrea che sapeva irritato contro il re, imbarcati i prigioni sopra le tre galere predate, senza far conto delle minaccie del generale francese gli inviò all' ammiraglio.
Era giunto il tempo in cui le male intelligenze che da lungo tempo covavano fra Andrea ed il re dovevano finalmente prorompere. Aveva Andrea molte cagioni di lamentarsi del contegno del re a suo riguardo. Primieramente, il suo amor proprio era rimasto offeso della stima che nella corte dI Francia non gli era accordata ugnale alla sua riputazione di grande capitano marittimo ed ai servizi resi. Alcuni dei principali signori della corte, gelosi ed invidi della fama di loi, avevano oltre di ciò cercato ad ogni occasione di aggiungere esca al fuoco. Al tempo della spedizione del Borbone in Provenza, ove il Doria fece prigione il principe d'Orange, non aveva mai ricevuto che promesse invece della grossa somma pattuita pel riscatto d*quieSW. Ultimamente'/ il còmsuidotiella flotta francese che doveva agire nel Mediterraneo e contro Napoli, era starttt'idatóf a Francesco della Bochefoucault signore di Barbesieux, in onta ai più lunghi servigi edalla più illustre riputazione marittima del Genovese. Oltre di ciò, il mai governo che i Francesi avean cominciato a fare della sua patria, indispettivano il Doria e gli for- .
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (601/637)
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