Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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che aumentare gli sdegni regi. Andrea, non cbe mostrasse di pigliarsi pensiero di queste ire, si intratteneva in Genova, ove ragionava liberamente dei cattivi trattamenti usatigli dal re, ed ogni giorno andava guadagnandosi favore negli animi dei cittadini, i quali, vedendolo così caldo degli interessi della Repubblica, se prima lo slimavano, ora cominciavano ad amarlo. Un altro fatto inclinò le cose ad nna manifesta rottura.
Era venuto in Italia come incaricato di affari il Visconte di Turrena. Fra le altre commissioni aveva avuto l'incarico di chiedere al senato di Genova dei sussidii pecuniari!, onde supplire alle spese della guerra nel regno di Napoli. Il momento, atteso il dispetto dei Genovesi a cagione di Savona, era male adattato. Infatti, mentre l'inviato francese stava esponendo in senato la sua commissiono, il Doria alla testa di una deputazione di cittadini entrava in palazzo, e presa la parola, in modo altiero e risentilo parlava della miseria presente dei cittadini ; rammentava cbe secondo le convenzioni con cui la Repubblica si era data al re, questa era esclusa da ogni sussidio straordinario; lagoavasi infine, elio invece di restituire Savona, il governo del re uscisse fuori con nuove ed ingiuste pretenzioni. Queste ardite parole ed il tuono concitato con cui eran dette, specialmente da chi essendo a servizio del re avrebbe dovuto difenderne invece gli interessi, sorpresero ed indignarono il Turrena. Laonde, il governatore Trivulzio che prudentemente da lunga pezza dissimulava e credeva doversi ancora seguitare in questa via, prima che la dispula si riscaldasse e quindi succedesse qualche guaio, presa la parola, scusò il risentimento del Doria con l'amore cbe questi avea per la patria, e promettendo di interporsi nuovamente appresso il re onde far paghi i giusti desideri dei cittadini, sciolse l'adunanza. . Nonostante, il Turreua se ne andò via il giorno dipoi da Genova tutto infuriato coBtro al Doria; ed arrivalo a Firenze, sfogò la sua bile in una lettera che. scrisse al suo governo. Dopo questa comunicazione, lo sdegno della corte del re Francesco non ebbe più limiti. Fu radunato il consiglio reale, ed alla presenza del re stesso, presa la determinazione di disfarsi ed assiemarsi nell' istesso tempo di Andrea. A quest' oggetto fu mandato ordine al Trivulzio e agli altri governatori regii in Liguria di stare in guardia: il Barbesieu* ebbe commissione di partire da Marsiglia con la flotta, e lenendo il più possibile segreti i suoi disegni, far vela pel Ligustico onde impadronirsi delle galere e se fo$se possibile anche della persopa del Doria.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (603/637)
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