Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      582 STORIApàrtè ed abbandonarlo in momenti così critici; ma quando giunsero alla corte i primi romori deir accordo che si stava trattando tra il Genovese e la Spagna, atterrito dalle conseguenze funeste che ne potevano derivare alle cose francesi in Italia, dalla certa rovina delle cose di Napoli che questo avvenimento avrebbe infallibilmente cagionata, Francesco si affrettò a spedire un suo messaggio particolare ad Andrea, onde, con la promessa di soddisfare a tutte le di lui richieste, indurlo a perseverare nella divozione di Francia. Ma oramai le cose eran troppo procedute perchè il Doria,anche volendo, si potesse ouorevolmeme tirare addietro. Cosi Andrea, senza dare ascolto alle ultime offerte del re, si accinse ad adempiere i doveri impostigli dai nuovi obblighi contratti.
      Questa subita mutazione di Andrea Doria dalle parti francesi alle imperiali, fu giudicata in quei tempi diversamente secondo le opinioni ed i favori con-trarii. Quelli che la biasimavano, rimproveravano ad Andrea di avere abbandonato le parti di Francia, da cui doveva riconoscere gran parte della sua grandezza, nel momento che le armi di quella nazione erano disgra* ziate in Italia e già vicine all'ultimo eccidio. I suoi difensori al contrario; enumeravano i torti ricevuti dal Doria per parte del re e dei di lui ministri, e scusavanlo coli'allegare, che, dove l'una parte rompe i patti, l'altra non è tenuta a mantenerli. Andrea stesso, con quelli fra i suol amici cbe parlavano con lui del fatto, mostravasi dispiacente che quésta sua mutazione, comunque giustificabile, avesse dato luogo a controversie ingiuriose al suo onore militare, e protestava, che mai si sarebbe indotto a torsi giti dal servigio di Francia spinto dalle offese ricevute Come privato; ma la mala condotta del re verso la sua patria, e l'intenzione di lui nel voler persevirare a tener Genova soggetta averlo determinato.
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      Certo, se la carità di patria fu che lo mosse, i posteri non gli apporranno a colpa di aver disertale le bandiere dell' oppressore della sua città nativa; solo si dorranno delle circostanze che costrinsero Andrea a contribuire, eoi farsi sostenitore delle armi imperiali, al totale eccidio della potenza francese in Italia, e quindi alla incontrastata sottomissione della Penisola al fa-tale giogo di Spagna.
      Sui primi di Agosto ricompariva nella marina del regno la squadra del capitano genovese forte di dodici 'galere. Erano le stesse navi vincilrid della battaglia di Salerno; solo, non più in sembianza di soccorritrici, ma
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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