Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      di traslocare a Savona il commercio, la ricchezza e la potenza della capitale della Liguria.
      Spinto adunque del proprio desiderio e dai messaggi pressanti dei riformatori, il Doria usciva dalla Spezia, e, verso il dieci di settembre, sfilava le sue navi avanti al porto di Genova ove pochi giorni avanti era entrata la squadra del Barbesieux con alcuni miserabili avanzi dell'esercito di Francia raccolti sulle coste di Napoli. Dal canto suo il governatore che fino allora era vissuto in buona fede, e che da molto tempo stando ritirato in Castelletto a cagione della peste che desolava la città, avea avuto meno agio di accorgersi del pericolo che lo minacciava, appena conobbe la piega che pigliavano le cose, avea mandato celeremente a chiamare circa duemila fanli delle genti del San Polo che stanziavano ad Alessandria. Intanto, per conoscere meglio e rappacificare gli umori dei Genovesi, il giorno stesso della comparsa del Doria usci di Castelletto, e convocati quanti più cittadini poto, gli invitò a mantenersi tranquilli ed a non fare novità che sarebbero tornate perniciosissime alla salute della città. Tenno gli stessi discorsi il giorno appresso in senato ove fu deciso di mandare al Doria quattro ambasciatorile * M% . . I I ,, ,, 1 £rn k, 1 . "Il fi Al il Ji I k É àlll té I I L ' il I ^ 4 il Iti , M ) » ^É H ' } 1
      incaricati di persuaderlo a ritirarsi. Ma gli inviati oltre le aperte commissioni avevano segrete istruzioni di assicurare il Doria dell'appoggio dei cittadini e del senato.
      Andrea, dopo avere messi a parte dei suoi disegni i quattro ambasciatori e presa maggiore certezza della cooperazione dei suoi compatrioti. attese a prendere le disposizioni più necessarie alla buona riuscita dell'impresa. Tolse dal remo ed armò trecento soldati spagnuoli che stavano incatenali sullo sue navi; avvisò i cittadini rifuggiti in contado a cagione della pesto a tenersi pronti, e nella notte dell'undici settembre, imbarcati molti dei suoi sopra gli schifi delle galere, gli fò deporre sulla riva dal lato di Sarzano. Ma un accidente impreveduto disturbò questo primo tentativo. Perchò il Barbesieux, temendo di esser rinchiuso e preso con la sua squadra male in ordine e peggio equipaggiala, profittando della folta oscurità di quella notte per scampare, con le navi strette ed ordinate si era avanzato all'uscita del porto scaricando continuamente le artiglierie come se volesse dar dentro nelle galere dell' ammiraglio di Spagna. Questi, incerto dei disegni dei nemici, richiamò tosto le genti sbarcato e stette fermo ed in guardia fino alla comparsa del giorno. Allora si accorse del come erano andate le cose;
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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