Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
590 STORIAantiche gelosie e per i nuovi rancori tutti i Genovesi indistintamente nutrivano odio uguale e forse maggioro a quello testò dimostrato contro al nome francese. Agostino Spinola e Filippino Doria andarono adunque con le loro genti a raggiungere Sinibaldo Fieschi, il quale si avanzò sotto Savona alla testa di quattromila fanti, mentre Andrea Doria guidò la flotta nelle acque della città ribelle. I Savonesi però, non che si lasciassero atterrire da tanto apparato di forze, persistevano nella risoluzione di difendersi, e con molte preghiere supplicavano il signor di Moret governatore regio a volergli salvare dall' ira e dal dominio genovese. 11 Moret, benché avesse dentro la città una guarnigione debolissima, dimostrava sul principio di voler difender Savona ad ogni costo; ma poiché vide giungere P esercito genovese e la flotta con forze tanto superiori, e che il Doria fatte sbarcare le artiglierie si accingeva ai lavori d'assedio, parve lasciarsi predominare dal timore e cominciò a porgere orecchio a delle trattative di resa. Nonostante per soddisfare alle insistenze dei cittadini e per tentare una ultima via di salvezza, mandò in Alessandria a sollecitare il San Polo per aiuti, e senza dismettere le trattative con gli assediami, promise di rendere la città ( 20 ottobre 1528 ) ove non fosse soccorso nello spazio di sette giorni. Il San Polo, avendo invano chiesti aiuti al duca d'Urbino che seguitava a capitanare l'esercito veneziano, ed egli sentendosi troppo debole di forze per contrastare all' esercito genovese, seguitò a star chiuso in Alessandria; onde il governatore di Francia, passato il termine prefisso e non ricevuti i soccorsi, si arrese salve le vite e le robe dei suoi soldati, senza curarsi di stipulare niuna altra condizione che guarentisse i cittadini della terra assediata dal risentimento'tòrO JMW signori.
Entrarono Andrea Doria e Sinibaldo Fieschi con le genti genovesi to Savona e ne presero possesso a nome della Repubblica. A Genova la notizia della caduta della città rivale fu cagione di tripudio grandissimo. Adunato tosto il senato, si discusse qual trattamento e qual punizione dovesse infliggersi ai ribelli. Giambattista dei Fornari, facendosi interprete detta opinione dei più, fu d'avviso, doversi trattare Pincorreggibile città al modo con cui i Romani trattarono la loro inveterata rivale Cartagine, cioè, si di* struggesse; ma Agostino Pallavicini richiamando le inferocite menti a più umani consigli, ottenne chè Savona fosse salva; bchsì si riducesse in modo che in avvenire le mancasse il volere e il potere di levar la testa contro alla Repubblica.
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (614/637)
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