Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      11 gastigo decretalo contro Savona fu applicato con nn rigore crudele. Gli antichi privilegi, per cui questa seconda capitale della Liguria si reggeva quasi indipendentemente, furono aboliti; proibito ai cittadini di radunarsi a consiglio senza permesso del podestà genovese; rovinata la fortezza; spianate le nuove fortificazioni erettevi dai Francesi; abbattute le mura, colmate le fosse, intasata con barche cariche di pietre in modo che potesse dare adito solo a piccoli bastimenti la bocca del porto, il quale dura ancora in queHo stato, tristo monumento dei feroci odi municipali.
      Ovada» Novi e Gavi, terre occupate, le prime due da Origa Gambara vedova di Pietro Fregoso, l'altra dal Conte Antonio Guasco, che perfìdia-vano nel seguitare le parti di Francia, furono con la stessa facilità sottomesse dai capitani della Repubblica, la quale ritornò cosi in possesso di tutta il suo territorio di terraferma.
      Il dì 11, del,o stesso mese di ottobre m cui succedevano queste cose, avevano i dodici riformatori pubblicate le nuove costituzioni su cui doveano posare le basi del rinnovellato edifìcio della Repubblica. Profittando di un a» inveterato, per coi le famiglie più potenti eran solite aggregare al loro casato, a titolo di clientela, un certo numero d'altre bene affette a quella che r accoglieva ma meno influenti riunironsi tutte le famiglie per natali ricchezze e servigi resi, degne di sedere al governo in Alberghi. Ogni fa* miglia la quale avesse sei case aperte aveva il diritto di dare il suo nome ad un Albergho, ed essendosene trovate solo ventotto che potessero soddisfare a tale condizione il numero degli Alberghi ammontò a quella cifra. Per tor via ogni seme di dissensione al che intendeva principalmente questa riforma. fu l'aggregazione delle famiglie in Alberghi fatta senza alcuna distinzione di parte o di setta, insinuando indistintamente Guelfi e Ghibellini, Fregosi ed Adorni in casati già appartenuti a fazioni contrarie. Siccome queste innovazioni, che solo di nome avean di mira 1' unione e l'uguaglianza dei cittadini, erano state iniziate e sollecitate dalla fazione nobilesca, la quale si giovava dell' autorità di Andrea Doria per ritornare al governo, cosi tutti i cittadini ammessi nei 28 Alberghi furon dichiarati nobili. Rimase pertanto la plebe affatto esclusa dal reggimento dello stato: i popolani stessi vi ebbero poca parte, contandosi solo cinque Alberghi di casato popolare: cioè; Giustiniani, Fornari, Franchi, Sauli, Promontari. Restarono gli altri ventitre denominati e capitanati dalle famiglie nobili se-
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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