Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
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ricusò, e si contentò della carica di Censore che gli fu conferita a vita mentre per gli altri durava quattro anni.
Questa profonda abilità del Doria fu, da quelli che guardano solo alla apparenza, e sono i più, levata a cielo come modestia inaudita; il popolo lo acclamò padre della patria ; il senato gli fè dono in piazza S. Matteo di una casa portante l'iscrizione: « Per decreto del senato. Ad Andrea Doria liberatore della Patria dono pubblico > e nella piazza del palagio ordinò gli si alzasse una statua di marmo con un altra iscrizione che diceva < Ad Andrea Doria, ancor vivente, rivendicatore della pristina libertà della Repubblica lungamente oppressa, chiamato perciò padre della Patria, il sènato getìofese, delP immortale beneficio memore, pose. » Gli abitanti delle riviere e del dominio non furono però totalmente esclusi da questo nuovo ordinamento dello stato; al senato fu accordata la facoltà di aggregare agli alberghi, ogni armo, sette fra quelle famiglie estraurbane che fossero giudicate degne di queste?onore. Ma l'antica aristocrazia guardò sempre con occhio di disprezzo questi uototòi nuovi, come pure quelli appartenenti a famiglie popolari; onde négli alberghi, ordinati apposta per ottenere l'unione, non tardarono a ^tritolare numerosi semi di gelosie fra le due.nuove sette che andarono formandosi, e <She presero poi il nome, l'una, cioè quella dei nobili antichi, di Portico di S. Luca, l'altra, quella dei nobili nuovi, di portico di S. Pietro.
' Riformata cosi la Repubblica, nè credendo il nuovo governo di avere a temere dall'esercito francese di Lombardia debole e fronteggiato da Antonio di Leiva, licenziava gran parte delle truppe assoldate per alleggerire l'erario della spesa troppo grave. Ma il San Polo il quale ardeva dal desiderio di vendicare lo scorno della sua ritirata, udito da alcuni, nemici dei ntiovi ordinamenti, quel che succedeva, deliberò di profittare del disarmartelo fatto a Genova, e di pigliare la rivincila con un colpo di mano. Volerà principalmente impadronirsi di Andrea Doria che se ne stava d'ordì-
\narro nel magni.'ico palazzo di Fasciuolo fuori appena alle mura della città.
l^fontfardita impresa, il 18 decembre, da Alessandria, il Montejan òcf il ^Irteij^'ctò con duemila fanti scelti e cinquanta cavalli. Camminando celermente, albergarono la notte all'Elma castello degli Spinoli alle falde degli Appennini, e poscia rimessisi in via con la stessa fretta traverso i monti, discesero in Valle di Polcevera, usando ogni diligenza per ar-i. ™
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (617/637)
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