Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini
602 STORIAMa i Veneziani, non volendo compromettere i loro possessi di Oriente con questa subita rottura della pace che avevano con Solimano, si eran risolati di star neutrali, e si erano limitati a far somministrare, per mezzo dei loro governatore dell' isole Ionie, i viveri necessari alla flotta cristiana.
Partendo dalla Sapienza, confidava il Doria di incontrare la squadra ottomana che forte di settanta galere era stata poco tempo avanti veduta nel golfo di Larta; ma il pascià che la comandava, credendo forse i Cristiani più forti di quello che erano, ne avea schivato lo scontro, ed era andato a ritirarsi oltre i Dardanelli. Non potendo pertanto combattere la flotta turca, andò l'ammiraglio sotto Corone, città marittima a mezzogiorno della Morea, ove i Turchi aveano un presidio assai numeroso. Messe ih terra le due bande degli Italiani e degli Spagnuoli, accostò Andrea le navi alle mura e cominciò a fulminare la piazza con le artiglierie. Le milizie discese si disponevano anche esse all'assalto. Primi a salire furono gli Italiani; ma incontrarono una resistenza cosi ostinata che dopo gravi ' perdite convenne lor dare addietro. Gli Spagnuoli del Mendozza procedendo più cautamente, aspettarono, avanti di montare all'assalto, di avere aperta! nelle mura una breccia sufficientemente larga, e per quella ad onta della disperata resistenza dei nemicientrarono dentro. Neil'istesso tempo anche l'ammiraglio, avendo spazzato di nemici il lato delle mura che combattevaper mezzo di falconetti situati sulle gabbie delle navi, si era potuto ac-
icostare, e dai ponti delle navi i suoi appoggiando le scale eran trapassati sulle mura. Venne così tutta la parte marittima della città, chiamata l'Isola, in mano dei Cristiani. I Mussulmani si eran ridotti nel castello, ove mo-
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stravano di volersi difendere; ma essendo una banda di settecento dei loro cavalli stata sconfitta e tagliata fuori dai fanti Italiani del conte di Sari»
Girolamo Tottavilla^ caduti d'animo per questo rovescio, si arresero salve
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le robe e le persone.
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Lasciato in Corone sufficiente presidio, Andrea Doria condusse là flotta sotto Patrasso, della quale si impadronì facilmente, non avendo il presidio turco di tre mila uomini «he v'era dentro, disanimato dalla caduta di Corone, fatta lunga resistenza. Due castelli che difendevano l'ingresso del golfo di Lepanto, perchè non vollero arrendersi alla flotta cristiana, combattuti e presi l'un dopo l'altro, furon messi a sacco. Dopo l'ottima riuscita di queste imprese, avrebbe voluto l'ammiraglio proseguirne il còrso^.ooQie
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova 1856
pagine 607 |
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Pagina (626/637)
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