Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      Anche Ira i Genovesi e il re fu tentato un ravvicinamento. Imperocché, accorgendosi essi che le quotidiane persecuzioni fatte al commercio ed ai sudditi liguri non cessavano, e che la buona volontà dell' imperatore a queste riguardo non andava più in là delle promesse, desideravano in qualche modo di mitigare lo sdegno regio. A questo fine avean mandati tre ambasciatori a Nizza, onde a nome della Repubblica fossero presenti alla cerimonia degli sponsali. Poco dopo per mezzo di Pier Francesco Noceto, genero di Benedetto Vivaldi uno degli ambasciatori summentovati, si intavolavano delle pratiche di composizione col contestabile di Montmorancy influentissimo allora nella Corte. Essendo cosi bene' avviate le cose spedironsi al re due commissari, il Vivaldi e Giambattista Lercari, onde stringere definitivamenteP accordo. Però anche questa volta i desideri e le speranze andarono delusi :.
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      sul più bello del concludere, e mentre gli articoli del trattato eran già distesi, il re licenziò gli ambasciatori genovesi e rimise l'affare ad altro tempo. Di questa subita risoluzione la precisa causa non si seppe mai ; si credè che il re, tenendo segrete pratiche in Genota per mutare lo Stato, non volesse compromettere la dignità regia con un trattato che non aveva in animo di mantenere; e che inoltre, essendo sempre fisso nel pensiero di rinnovare la guerra in Italia, non volesse porsi un impaccio a procedere ostilmente contro la Repubblica verso la quale seguitava a mantenere i passati rancori.
      Intanto l' infaticabile Andrea Doria non appena ritornato di Spagna dall' accompagnare Carlo \j ripartiva da Genova per soccorrere il presidio spa-gnuolo lasciato l'anno precedente in Corone, che ora si trovava bloccato da una squadra mussulmana spedita da Solimano a ricuperare i luoghi conquistati dai Cristiani in Morea. Mandò prima il Doria, Cristofano Pallavicino con una saettia a Corone, affinchè rassicurasse gli assediali e con la speranza di pronti soccorsi gli tenesse fermi; egli poi passò a Messina, e raccolte trentasei galere della squadra imperiale di Sicilia, si inviò con esse alla Sapienza, ove da alcune navi mandate innanzi ad esplorare gli fu riferito, che la flotta turca, aumentatasi di recente fino a settanta legni tra galere, navi e fuste, bloccava tuttavia Corone, mentre circa seimila uomini ne battevano le mura dalla banda di terra. Non aveva Andrea che trentasei galere; nonostante non Si lasciò spaventare dalla inferiorità delle sue forze, e mise alla vela risoluto di liberare ad ogni modo la piazza minacciata.
      Quando giunse in vista della flotta mussulmana, questa stava incrociando
     
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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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