I misteri di Milano di Alessandro Sauli
— Ali ! fe' Santocchio, comprimendo a stento un rapido moto d'intima soddisfazione,
— Bada che il signor Gabriele non deve sapere che ci son venuto.... Tu mi conosci !...
E fe' un gesto molto significativo per il portinaio, che vi rispose con un profondissimo inchino.
Il barone non aggiunse altro ; prese il cappello , si ravviluppò un9 altra volta nella sua sciarpa, tirò a se l'imposta a cristalli, ed uscì-
Santocchio fe' precipitosamente il poco tratto, che lo divideva dall'altra camera, e, postosi ginocchioni sul capezzale del suo tettuccio, guardò nella via, traverso a' vetri della finestra che vi si apriva.
Il Marinelli passò, rasentando la ferriata della finestra.
Egli non vide un uomo, cui l'abito, il volto e le forme muscolose e tarchiate dicevano appartenere alla classe operaia, fumare sba-datamente il suo cigaro, colle spalle appoggiate al murello d'un uscio che guardava di contro al palazzo.
Ma Santocchio lo vide, e ghignò sordamente, pensando forse alla diffidenza del Marinelli, che avviavasi verso Borgo Spesso, come se volesse accertarsi della presenza della vettura.
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— Diavolo d' uomo 1 borbottò il portinaio , calandosi dal letto, senza capire che quello gli era già il terzo accesso di malumore, da cui, nel breve spazio d'un*ora, si era lasciato sorprendere il signor barone.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (27/568)
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