I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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« Il banchiere non se lo fe' dire due volte ; infilò il primo soprabito che gli capitò sotto mano, e salito nella carrozza offertagli da' suoi amici, si recò difilato a casa, della signora. *
« La sera stessa fu ripresa „eon maggior lena l'opera tenebrosa.
I maligni dissero che l'improvvido galantuomo fu tanto cieco d'ac-
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consentire a un abboccamento da solo a sola colla baronessa.... si buccinò perfino d'un prossimo matrimonio che terrebbe lo scandalo d'una più che lecita dimestichezza fra loro.... comunque sia, fatto sta che, da quel giorno, il signor» Rainoldi non pose più. limiti allo sparnazzare. Gli era una specie di sontuoso banchetto, in cui s'imbandivano gli ultimi avanzi delie dissestate fortune dell'anfitrione: alla baronessa spettarono per diritto le vivande più squisite e costose; gli altri gavazzarono co' rilievi, lasciandone le sparse bricciole ad agenti e corrispondenti infedeli, i quali, non contenti di comprometterne l'avvenire, lo screditarono apertamente con avventate operazioni bancarie e disoneste speculazioni.
« Quando l'annunzio d'un prossimo fallimento venne a destarlo da quel sonno letargico, in cui giaceva da parecchi mesi.
« Corse a casa come un dissennato, si chiuse a doppio giro xli chiave nel suo gabinetto, ed aperti i registri, fu in grado d' accertarsi cogli occhi propri dell'enorme passività cui dovea sottostare.
« E non vide altro scampo, altra via di salvezza che di rassegnarsi al processo infornante d'un fallimento con frode, o di sfuggire con un mezzo rapido, istantaneo, alle inevitabili conseguenze d' unacondotta equivoca e disordinata.
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« Ma il banchiere era troppo debole.... o abbastanza buon ^cristiano perchè il pensiero dei suicidio lo soggiogasse.... Tale fu il giudizio del mondo.... o almeno di quella gran frazione che ne forma la maggioranza.... poiché si chiama debole il forte che lotta corpo a corpo coli'infortunio, e forte il pusillo che rifiuta di battersi, e abbandona 1' arena fra le fischiate degli spettatori. * • ^
« Deliberato quindi fra sè d'affrontar coraggiosamente la sua disgrazia , egli pensò incontanente a qual partito dovesse appigliarsi per renderne meno rovinose le conseguenze.
« Non so come egli si risovvenne che nelle liete serate, trascorse accanto al focolare co' suoi vecchi amici, nella semplicità della primitiva sua vita, gli venisse narrato di strcgonecci, di carte, d'indovine, di filtri.... d'uomini ricchi ridotti sul lastrico, e di poveraglia sbalzata d'un tratto dalla buia topaia al secondo piano d'una casa da
-Vgran signori.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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