I misteri di Milano di Alessandro Sauli
—( CI)—
— Rubate! balbettò il conte, riavutosi dallo sbalordimento.... 31 a come?... ma non hai tu un'indizio?... , v » i i
— Nessuno, signore. Il giorno prima, io aveva chiuso il danaro in un vecchio cassettone di noce.... La chiave di casa la tengo sempre con me (e accennava una delle tasche laterali della sua casacca)-, nè in camera mia ci bazzica altri che Menica, una vecchia comare che accudisce alla casa, e sempre quando ci son io.... poi do due giri di chiave, e neppure il diavolo c'entra, non che un cristiano. Che
10 avessi il danaro nel cassettone nessuno lo sapeva, all' infuori di Bastiano, il fattore della marchesa....
— È venuto da te ?... 1' hai forse lasciato solo ?...
'— Non son mica un baggiano io.... Avrò fatto male a dire i fatti miei a quel graffiasanti di Bastiano, ma così Dio mi assista, come ne faccio la .penitenza. La si figuri che mi si era attaccato a' panni da una settimana, cantandomi su tutti i toni che vossignoria la era nella gora fin sopra i capelli, e che non ci voleva che un buon pastricciano come sono io, per starmene contento a' magri profitti che la mi dava. Dalli oggi,- dalli domani, io perdo la pazienza, e aperto
11 cassetto, tiro fuori due gruzzoli, e sparpagliali sotto il naso a quel tristo: — « Queste le son duemila lire pel trimestre che scade domani, gli dico ; e quest' altro mucchietto le sono altre seicento de' miei sparagni. » Il mariuolo fa tanto d' occhiacci, e non ha nemaheo il coraggio di rifiatare. Capisco che, dopo d' essermi ricattato in sì bella maniera, avrei dovuto metterlo fuor dell'uscio, e mandarlo a quel diavolo che se lo portasse.... Ma sì! messomi una volta in sullo sfoggiare, io non potei più tenermi, e riposto il mio tesoretto, gli dissi se voleva venire a bérne un boccale con me all'osteria, che mi sarebbero avanzati abbastanza spiccioli da pagarne anche quattro. Detto, fatto : egli accetta, e si va. Non so bene quanti bicchieri, e diquel buono, ne abbiamo avvallato.... nessuno di noi li contava.....
fatto sta che io mi sentiva un ronzìo nelle orecchie, come se ci avessi un vespaio. Bastiano pareva pentito dello sparlare fattomi sulconto di vossignoria, e quando non volea più saperne del bére, egli
*
m'empiva il bicchiere, dicendomi: — « Alla salute del signor conte! » e giù un altro, e poi un altro, e sempre alla vostra salute. .
Vi era tanta schiettezza nelle parole del vecchio contadino, che la contessa non potè tenersi dal dirgli sorridendo :
— Povero Giacomo! t'hanno ubbriacato.
— Comincio a crederlo anch'io, signora contessa. Gli è certo
| |
I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
|
Pagina (73/568)
|
Menica Bastiano Bastiano Dio Giacomo Bastiano
|