I misteri di Milano di Alessandro Sauli
CAPITOLO X.
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II Legnaiuolo continua :
— Era dunque inutile che interrogassi Paolina: si sarebbe fatta accoppare piuttosto, ma non avrebbe parlato. Per ciò, avute le indicazioni dall'Anastasia, mi portai subito in via della Spiga, al palazzo di quel signore. Fortunatamente il segretario non era uscito, 31 i feci annunziare, ed entrai nel suo gabinetto.... Era solo. jVon ti dirò come mi accolse quando udì pronunziare il mio nome, nè i discorsi che abbiamo fatto. Sempre che ci penso, mi pare impossibile che si possa rispondere così freddamente ad un uomo, che vi chiede conto dell'onore di sua sorella. Gli dissi che si trattava del sangue mio, del mio avvenire, della mia vita. Egli mi rispose senza scomporsi, che Paolina Boldi non la conosceva altro che di nome, perchè la trovava notata nel registro, fra' creditori del suo padrone; che i miei indizii avrebbero qualche importanza se foss'egli il solo che si chiamasse Gabriele.... che compiangeva di cuore mia sorella.... ma che si desse pace, perchè una malattia le avrebbe tolto di poter lavorare, e col lavoro anche V unico mezzo possibile di poter soddisfare al suo debito col signor conte.... Tu lo vedi, Gervaso.... io gli chiedevo una pronta riparazione al mio onore....
— Ed egli ti ricordava la pigione scaduta.
— 3Ia non sono infamie codeste ?
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (108/568)
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