I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      al banco d5 un acquavitaio, la pipa in bocca, le mani in saccoccia, e i dcsiderii disordinati nel cuore.
      *
      Ne c a dirsi ch'ella non sentisse rammarico nel cuor suo al veder che Francesco sciupava i più belli anni della sua giovinezza stringendo relazioni che Io danneggiavano nel concetto della gente onesta e dabbe-nej senza un impulso generoso, senza una nobile aspirazione al buono, al bello, al perfezionamento morale, al lavoro — questo scudo del povero nelle lotte rischiose e incessanti d' una travagliosa esistenza.... No; — Paolina avrebbe dato con gioia la sua parte di felicita sulla terra, purché il fratello aprisse gli occhi, conoscesse il pericolo della via battuta e si ravvedesse.
      E allora divisava parlargli, e aprirgli schiettamente Y animo suo ; ma quando Francesco rientrava in casa a mattina inoltrata del giornor
      dopo j e adduceva scuse e pretesti con quel far dolce e insinuante di chi vuol farsi perdonare.a ogni patto, Paolina spianava la fronte, smetteva il cipiglio, e sorridendo a un' arguzia, dimenticava il rabbuffo che avevagli preparato. :
      Nè a questo limitavasi la sua indulgenza.
      Non solo ella dimenticava 1' errore, ma, ciò che parrà incredibile a chi non fu deliziato, almeno una volta in sua vita, dal contatto d'una di queste donne, ella vi trovava di spesso la giustificazione o la scusa.
      E perchè no?
      Francesco abborriva dal lavoro meccanico, nel"quale la vigoria delle braccia, la ferrea tempra de'muscoli, 1' elasticità delle membra suppliscono.al difetto d'ingegno pronto, svegliato e di lucida intelligenza. Francesco sarebbe forse riescito un acuto legale, un esperto commesso, un negoziante destro e operoso. L5 insperato successo conseguito da lui nelle scuole primarie, quando a suo padre, l'onesto operaio che noi mentovammo, era saltato il ticchio di farne qualcosa di grosso come un dottore o un curato, avea guarentito del successo avvenire. Era colpa sua se al padre erano mancati i mezzi per lasciargli percorrere una carriera , eh' egli aveva abbracciato con sì vivo trasporto? Si poteva condannare alla passività d' una macchina o alla calcolata mobilità d' un automa un uomo che sentiva agitarsi in cuor suo gli arcani sussulti d' una vita di azione e d'intelligenza ?
      Francesco non era il primo, nè T ultimo esempio di tante vocazioni forzate, di tante aspirazioni incomprese. Quanti sono costretti a sfogare, e Io saranno in avanti, Dio sa fino a quando, nel giuoco, nel vino, in amori colpevoli, in,passioni brutali la febbre ardente, irrequieta, operosa d' azione che li tormenta !...


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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