I misteri di Milano di Alessandro Sauli
-( 161 )- ^Gli astanti fecero cerchio intorno al nuovo interlocutore. Il Patito lanciò uno sguardo dìsperato.verso la porta dell'osteria. Fe' un movimento come per alzarsi e fuggire, ma lo sconosciuto, che gli teneva gli occhi addosso, mosse un passo avanti, occupando colla
persona il vano interposto al muro e alla tavola, a cui sedeva il
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Patito.
Fatto questo, incominciò : y
— Sappiate dunque che Rampicone non patì mai la fame, nè si
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è ammazzato. Giorni sono , frugando in un mucchio di spazzatura,
sotto il portone d' una casa in via de' Moroni, gli capitò sottomanoun piccolo involto di carta scritta e stampata.. . A quanto pare il
cenciaiuolo era appassionato per la lettura, e ogni qualvolta gli venivasott'occhio un brandello di carta,.lo buttava nella gerla fra' cenci,
e li leggeva tutti Ja sera prima d' addormentarsi. Dicono anzi chequella lettura Io divertisse molto, e che gli venisse fatto di scoprir
certe cose.... Basta : fatto sta che quando , tornato a casa , prese at
svolger l'involto, poco mancò che non saltasse dal letto, e corresser\
giù per le scale, nudo e crudo com' era, a chiamar gente, e a contare del gran tesoro che avea ritrovato in fondo alla gerla.
— Un tesoro !... sclamarono gli astanti.
— Sicuro : cinque biglietti, da mille franchi ciascuno, sono un vero tesoro per un povero diavolo che campa magramente de' pochi spiccioli che a stento si possono ricavare da' cenci raccattati uno per uno nella spazzatura. Un altro, al suo posto, ne avrebbe ringraziato la Provvidenza, se li sarebbe tenuti per sé, e non ne avrebbe fiatato. 3Ia, innanzi tutto, Rampicone era un onest'uòmo, : lo ha detto poco fa il capitano, e sono perfettamente del suo parere. Per ciò, venuta
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la mattina, il cenciaiuolo, senza perder tempo a riflettere, corse difilato all'uffizio del suo circondario, e consegnato l'involto, disse il quando e il come F avea ritrovato. Il commissario restò sorpreso dell' indifferenza con cui il cenciaiuolo rinunziava alla sua fortuna.
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« — Non avete sentito nemmanco la 'tentazione di tenerveli come cosa vostra ? gli chiese il commissario. 4
« — Niente affatto, rispose sorridendo il cenciaiuolo. «<'— Nè avete pensato alla mancia? « — Neanche per ombra.
« — Eppure questi biglietti vi avrebbero dato i mezzi di cam-parvela con un po' di agiatézza.... « — Masarei stalo un furfante, sisnor commissario. Misi. Voi. I. il
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (191/568)
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