I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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di cavalli e di donne; si declamavano patetiche tirate sull'amore, e sim
fac&mo allegramente saltare i turaccioli dello sciampagna.
Finita la cena* il giovine Fabiani si alzò da tavola, accese unfigaro, e andò a sedersi nel fondo, presso al cammino, come se non
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volesse entrare nella discussione. Da alcuni giorni, il volto di Roberto si era fatto grave e pensoso: non conveniva "più a' soliti ritrovi, sfug-
igiva gli amici, e non fu che dopo molto insistere e molto pregare ch'egli avea acconsentito a recarsi alla veglia di quella sera.
Abbiamo detto, che si parlava di caivalfi e di donne, nulla di più naturale quindi che si parlasse della marchesa.
Fra i commensali notavasi un giovinotto magro, pallido, biondo;
* Muna di quelle facce che sogghignali sempre^ e ti riescono antipatiche al primo vederle, senza che tu ne sappia il come e il perche. Gli era appunto ciò che si era chiesto più volte il Fabiani, senza potersene spiegare il motivo vero o apparenta.
11 signor Pucini era un baroncino di fresca data. Suo padre, provveditore d'armata sotto Napoleone, erasi buscato un diploma dalla Ristorazione in benemerenza di certi servigi prestati, fra' i quali nen entrava ultima la dieta forzata di qualche reggimento francese , che non voleva arrendersi a discrezione.
A ogni modo, il giovine Pucini era barone, e come tale ammessov
nel circolo della Fabiani.
Di più, lé avea fatto una corte assidua, e, dietro i preliminari d'uso, una formale dichiarazione.
La marchesa lo ascoltò sorridendo.
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Quel demonietto della marchesa sorrideva sempre. E non perchè la lusingasse la profferta fattale dal Pucini — tutt'altro: ella nutriva contro il povero giovinotto quella naturale ripugnanza che ha una donna di spirito per uno sciocco, senzp toccare dell'altra più naturale convincibile che sentono i nobili puro sangue verso i risaliti della banca, del commercio, o dell'aggiotaggio.
II Pucini, fatto ardito da quel sorriso, arrischiò qualche poro-, letta su' suoi milioni, facendo notare, con poca accortezza, che la sproporzione di nascita poteva, essere contrabbilanciata dal vantaggio della fortuna.
La marchesa aggrottò i sopraccigli e si fe' pensosa ; poi, ad un tratto * levò gli occhi da.terra, e il suo volto assunse qucll'indcscri-vibilo espressione di motteggio, che le era affatto particolare.
Signor barone.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (212/568)
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