I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      -( IS-')-
      al conte con una franchezza smentita dal pallore del volto e dal tre-
      /
      mito della voce:
      —- Signore, gli disse, se non vi dispiace, io revoco le condizioni di questo duello.. J
      — Perche? domandò il conte, maravigliato.
      — Porcile la fredda riflessione è succeduta alP impeto primo di ieri sera. Svaniti i fumi dello sciampagna, si grida meno, e si ragiona medio.
      — Ciò equivale al confessare ch'eravate ubbriaco, signor barone. Queste parole furono proferite lentamente, colf accento del più
      insultante sarcasmo.
      Il Pucini fe' un movimento d'ira e tese la mano per prender Karma pòrtagli dal padrino: ma si pentì, e, incrociate le braccia , soggiunse:
      — Signor conte, io non mi batterò.
      Il Fabiani, accortosi che il barone volea dar colore di generosità alla paura, si volse a'padrini:
      — Signori, gridò, quest'uomo dimentica vergognosamente i suoi doveri di gentiluomo. . s
      —-Aon li dimentico, signor conte, balbettò confuso il Pucini. li* insulto fu grave , lo so : ma penso in pari tempo che voi amate la marchesa, che I* amate riamato, e che ne dovete essere naturai-1
      mente treloso.,..
      ^ .
      — Vivaddio! lo interruppe indignato il Fabiani, se non avete scuse migliori per ricusare un (fucilo da voi provocato, riprendete la vostra pistola, e ricominciamo. E. anzi tutto, credo necessario di dichiarare innanzi a questi signori clic io non ho amalo, non amo, come non amerò mai la marchesa. Io non biasimo la condotta di mia zia, ma, frivola, leggiera, inconsiderata , io non potrei amare una donna che ha aperto le sue sale ad uomini- come costui (e accennò col dito il barone) e che', accreditando in certo qual modo le voci maligne che corrono sul conto suo, costringe me suo parente, a respingere, com^ adesso, la mentita generosità d'un vigliacco, che ha tutt'ora sulla guancia l'impronta livida d'uno schiaffo.
      — À me la pistola ! gridò il barone, strappandola con rabbia dalle mani del suo padrino.
      I due avversari! si ritrassero di dieci passi. Seguirono alcuni istanti di silenzio — poi un'esplosione.
      II Fabiani era sempre ritto, immobile, sorridente.
      V
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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