I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— Ma sì, ripigliò l'inferma, cui l'emozione ayea reso i colori della salute.... una lettera di Roberto.... sono dieci giorni che non mi scrive.... Ho mandato Ambrogio alla posta...» dal suo passo conosco che ci dev'essere qualche cosa per me....
Difatti non avea ancora terminato che l'uscio del gabinetto si aprì.
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' Un vecchio servitore in livrea s'avviò1 ansando .verso il letto della contessa.
— Di lui?
— Sì, signora. 1
La contessa tese la mano tremando alla guantiera d'argento, su cui era una lettera coli'impronto stemmato della famiglia.
— Da Firenze! sclamò l'ammalata, dopo averne scorso rapida,-mente le prime linee.
Poi guardò il suggello postale, e, riavutasi dalla prima sorpresa, ne ripigliò la lettura a voce bassa, e con visibile commozione.
— E così? chiesero li astanti.
— È a Firenze, mormorò la contessa, lasciandosi cadere abbat-* tuta sull'origliere. Povero Roberto!... egli mi dice di stare allegrasse in vece sapesse....
— Bisogna scrivergli subito....
* — Fargli sapere che siete ammalata....
— Avvertirlo che sono trascorsi quaranta giorni, e che di processi non se ne parla.
— Che può ritornare....
— Che il duello è dimenticato.
— Volete che gli scriva io? propose un vecchio signore, amico intimo della contessa.
— Quando?
Adesso, qui.... sul momento. — Ambrogio, carta e calamaio.
Aspetto, contessa.
La contessa dettò.
Un quarto d'ora dopo, la lettera era suggellata e impostata.
La notte stessa viaggiava per la Toscana.
Andiamo dunque in Toscana, se non vi dispiace.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (238/568)
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