I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      povera madre non s'ingannava, — D'altra parte, Ortensia non ignorava in che poco conto fosse tenuta dalla contessa. Il Fabiani, nella foga della passione, era stato imprudente al punto di riferirle alcuni giudizi di sua madre intorno al carattere e al sistema di vita della marchesa. Ortensia ne fu punta al vivo , e se non pensò a vendicarsi, poiché ornai la civetteria avea dato luogo all'amor vero e profondo, volle però premunirsi contro tutte le possibili eventualità di opposi-zione da parte della contessa.
      Le istruzioni date al fattore non erano estranee al piano di difesa che ess' aveva adottato. Giammai una donna adoperò più accortezza ; più sottili e ingegnosi ripieghi allo scopo d' isolare il suo amante da una società, che minacciava di rapirglielo ad ogni istante. La loro esistenza dovea datare dal giorno in cui dissero scambievolmente d'amarsi; dovevano goder del presente e pregustar col pensiero le gioie misteriose dell'avvenire; quanto al passato, era mestieri cancellarne per fino la rimembranza.
      Cosi passò il primo mese, finche giunse la. ettera, che annunziava a Roberto la malattia di sua madre.
      Bisogna confessare che il primo impulso d' Ortensia fu buono, nobile, generoso. Sgraziatamente vi successe la riflessione, ed a questa, o in conseguenza di questa, il più brutale egoismo.
      Roberto avrebbe palesato tutto a sua madre; sua madre, com'era da prevedersi, si sarebbe opposta; sulle prime Roberto avrebbe resistito, ma sua madre avrebbe pregato.... avrebbe pianto.... e Roberto amava troppo sua madre per non asciugar quelle lagrime e rassegnarsi.
      Roberto si sarebbe rassegnato! questo pensiero le suscitò un inferno nel cuore.
      -La lettera della contessa fu sepolta nello serignetto, di cui ella custodiva gelosamente la chiave. A brevi intervalli, gliene giunsero parecchie altre, fino a quest' ultima — era la sesta in meno d' un mese e mezzo — ch'essa non avea letta. — Perchè?
      Il perchè Io sapremo se ritorniamo al punto in cui lasciammo Ortensia, col forzieretto aperto davanti a sè, la lettera tuttora suggellata fra le mani, sola, e nel suo gabinetto.
      Dopo d'esser rimasta per alcuni minuti sopra pensiero, coli'occhio scintillante come per febbre, la marchesa si alzò, e si mise apercorrere, da un capo all'altro, la stanza a passi ora lenti, ora concitati.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1857 pagine 511

   

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