I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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La marchesa lesse, poi si fesseria, e, gittata la lettera sul tavolino:
— Aon lo meritavo, sclamò tristamente.
Indi avviossi per uscire. Roberto si alzò, e la trattenne.
— È inutile che vi giustifichiate; so cosa volete dirmi. La lettera è per se stessa innocentissima; ciò che scrivete alla contessa fa l'elogio del vostro cuore, lo so, nè di questo ho a dolermi, bensì del pensiero che v'indusse a scrivere a vostra madre.... Negate che quella lettera dovea partir di qui a mia insaputa?...
Il conte chinò il capo senza rispondere.
La marchesa continuò :
— Roberto, voi diffidate di me.... voi non mi amate più — confessatelo.
E si abbandonò sul sofà singhiozzando.
II giovine conte le sedette a fianco e la ricinse amorosamente colle sue braccia.
Mezz'ora dopo, i due amanti si separarono.
— A domani, disse la marchesa,* e chinò la fronte, su cui il Fabiani depose 1' ultimo bacio di quella sera.
Il domani era il giorno fissato per la partenza.
Ortensia si ravvolse nella sua sciarpa, e, avviatasi per uscire,
gittò alla sfuggita uno sguardo di trionfo sullo scrittoio.
?
Vi erano sparsi i brandelli d' una lettera lacerata.
Roberto avea dimenticato sua madre.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (260/568)
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Fabiani
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