I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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poteva chiamarsi un'imprudenza.... un passo falso,... alla fintine ella si era sagrificata.... sagrificata per lui.... per salvarlo dalla prigione. II colpevole era lui.... lui solo. La contessa si poteva difendere , ma nessuno avrebbe mosso labbro, non che per difenderlo, per compatirlo.
Dominato da questo pensiero, il conte prese un foglio di carta, e vi scrisse quelle poche linee a sua moglie, in «cui versò tutta Tania-rezza dell'anima sua.
Avrebbe, desiderato^che ogni sillaba di quello scritto le passasse il cuore, fredda e incisiva come la punta di uno stiletto.
E poi si sarebbe fatto uccidere, e tutto sarebbe finito — morire è dimenticare.
3Ia se Clementina fosse innocente?,., se le apparenze soltanto?... Il conte gittò la penna, si alzò, corse alla finestra, la spalancò.... .soffocava.
L'aria pungente'della notte parve sollevarne lo spirito: i suoi pensieri procedettero meno disordinati e più miti.
Passò un'ora, poi due, poi tre, ed egli, co'gomiti impiombatisul davanzale e il mento sovrapposto alle palme, stette immobile, cogli
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occhi aperti e incantati, come persona inconscia dell'esistenza.
Suonavano le quattro, allorché udì il rumor sordo di alcuni passi nel corridoio, seguito da un picchiar sommesso all'uscio del gabinetto.
Si riscosse con soprassalto, richiuse le imposte ed aprì. Era Carlotta, che, mezzo assonnata, veniva a dirgli che la contessa dormiva. ,
— Essa dorme! esclamò il Fabiani tra sé. Oh, mio Dio, non vi chiedo che la speranza di poche ore!...
Sedette di nuovo alla scrivania, e aspettò che albeggiasse. Quella notte gli parve un secolo.
Alle otto entrò Giuseppe con una lettera della marchesa Fabiani. Gli si chiedeva un abboccamento nella mattina. -, 11 conte chiese di Gabriele. Il segretario era uscito. In cinque anni era la prima volta che Io faceva senza il permesso del suo padrone.
Dalle otto alle nove fini di scrivere alcune carte, e le suggellò. Poi uscì di .casa senza salutar la contessa, e corse difilato dal suo notaio.
il quale, scorso rapidamente il foglio scritto, che il Fabiani gli aveva spiegalo sul tavolino, levò gli occhiali — per vederci meglio —
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 1)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1857
pagine 511 |
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Pagina (481/568)
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