I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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L'uscio si spalancò con fracasso. Un giovinotto pallido, colie vestì stillanti di pioggia, l'occhio commosso e il respiro affannato lanciossi nel gabinetto.
— Ebbene, Luciano, la contessa?...
— Morta!
Il signor Emmanuele ricadde sul seggiolone, giunse le mani, e levati gli occhi al cielo su cui brillavano due lacrime:
— Era una santa, sclamò.
Lettore, Clementina Barni, contessa Fabiani, moriva la notte del novembre 1854.
Due anni prima un'umile fossa del cimitero di porta Nuo'va,1 senza pompa di funereo corteggio, senza convenzionale compianto di bugiarde iscrizioni, accoglieva il cadavere del conte Roberto Fabiani, morto demente il mattino del 16 giugno 1852.
Esporti ora, a mente fredda e a cinque anni di distanza, ciò che provai dentro me allorché il vecchio notaio distese davanti alla mente mia sgomentata le avviluppate fila dell' intrigo infernale, sarebbe cosa impossibile, a meno che la lìngua umana non avesse una frase, che in se compendiasse l'orrore, di-cui in tal momento mi sentiva compreso.
Ti ho detto che la notte era nera, che il vento ululava, che la pioggia scoteva a folate periodiche i cristalli delle finestre.
Nulla mancava di ciò che forma la parte accessoria de'tetri dipinti di Rembrandt e de'racconti fantasmagorici di Edgardo Poe.
I fatti che io stemperai in cinquecento pagine, il signor Emmanuele li svolse in poche ore. La differenza sta in questo ch'egli narrava, mentre io dovetti, oltre il narrare, spiegare, e trovare nell'analisi de'carat-leri una ragione ai fatti, i quali, a prima giunta, apparivano disgregali, essendosi ommessi nella commozione dell'esporre quei minuti particolari, che sono come piccole anella di congiunzione, e danno unità d'intreccio a un racconto.
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Ciò premesso, credo necessario all'intelligenza de'fatti che mi accingo ad esporre il trascrivere senza ommetter parola P ultima lettera della moribonda contessa a suo figlio.
La è la stessa che il vecchio notaio teneva sulle ginocchia q.uantPLo fui introdotto nel suo gabinetto.. , t * t .
t A mio figlio Paolo!.
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« Io non so perchè nell'incomineiar questa lettera il cuore mi dice ch'essa è l'ultima che li scrivo, e che non avrò la gioia indicibile di stringerti fra le mie braccia, e di benedirti prima di morire.
Mst. Voi. II. 2
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (19/525)
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