I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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rante i tre mesi, clic precedettero la sua morte, il povero Roberto si confinò nel suo gabinetto, passando le ore del giorno, e spesso parecchie anche della notte a scrivere...
« — Che cosa, gli chiesi un giorno, vedendo ch'egli strappava dal manoscritto alcune pagine cancellate.
« — Le mie memorie, rispose. Sono gli ultimi ricordi a mio figlio; e
10 disse con tale accento, e accompagnò le parole con tal doloroso sorriso, che io dovetti allontanarmi per non prorompere in lacrime alla sua presenza.
« E i medici lo avevano dichiarato pazzo... e forse dicevano il vero... Ma, oh mio Dio! vi erano de'momenti, specialmente quand'egli mi par-
4Llava di te, del suo Paolo, e delle splendide promesse d'avvenire che tu avresti realizzato, in cui io chiedeva a me stessa chefcos'era mai la ragione.
- « Paolo, se io dessi ascolto ai presentimenti del cuore, non dubiterei un sol momento del tuo prossimo ritorno fra noi. È il cuore... sempre
11 cuore che in questi momenti supremi di vita mi dice che tu sei ricco, stimato, onorato, felice. Dio ti ha dato le ricchezze che quaggiù nel mondo rappresentano la potenza, avrai tu la forza necessaria per non abusarne, facendoti di esse un'arma terribile contro i tuoi nemici, c dando libero sfogo a'cattivi istinti del cuore?
« Figlio mio, una grande, un'inaudita iniquità fu commessa; i vincoli dell'amicizia e del sangue furono spezzati, una famiglia a cui sorrideva la sicurezza del presente e la speranza dell'avvenire fu coperta d'umiliazione, condannata agli stenti... disonorata... dispersa.
« Ebbene, tu un giorno t'imbatterai faccia a faccia ne'nostri persecutori; essi li passeranno a fianco alteri, sogghignanti, impuniti; tu allora tiN
sentirai forte abbastanza per ischiacciarli... lo potresti se lo volessi... basterebbe che tu dicessi: Vi conosco, siete gli assassini di mio padre, e tu li vedresti impallidire, efors'anche pregare... vilmente pregare!... ebbene, figlio mio, tu non devi conoscerli, tu devi sfuggirli; e quando un sentimento irresistibile di vendetta, sprigionandosi tempestoso dall'anima tua vi soffocherà i nobili istinti e le passioni generose; quando li. sentirai debole, affranto, impotente a lottare contro le cieche e hru-
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tali forzo de' sensi, e tu allora ricorda le parole che il Salvatore moribondo proferì sulla croce... pensa a tua madre che ha sofferto al pari di te... più di te, e che perdona... non porti orgogliosamente fra l'uomo e Dio, fra le'insensate passioni di quaggiù e i decreti; giusti ed imperscrutabili della Provvidenza... Paolo, figlio mio, non vendicarti — perdona!
- « In nome della felicità che meriti e che godrai — perdona!
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (22/525)
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