I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Le piacciono si... ma intanto che yoì badate alle vostre bestie, noi siamo stanchi e abbiamo bisogno di spazzarci di dosso la polvere e di riposare.
      La Flavia stralunò gli occhi, dando segno di non capire.
      — Alle corte! fe'per concludere il giovinotto, non riceveste l'ordine dal padrone di casa di porre in assetto l'appartamento ammobiliato del quarto piano? non ne aspettate i pigionali?...
      — Ebbene?
      — Ebbene i pigionali sono arrivati — siamo noi. Ora spero che vi degnerete di accompagnarci.
      Queste parole furono proferite troppo ricisamente perchè la portinaia si arrischiasse di fare la più piccola osservazione.
      Prese il lume, staccò una chiave appesa a una tavoletta e disse:
      — Restino serviti.
      L'appartamento componevasi d'un salotto, d'una camera da letto e della cucina.
      Il salotto era ingombro da tele inquadrate, alcune bianche, altre appena abbozzale, da modelli in gesso, e da tre cavalietti — il tutto gittato là a rifascio con altri oggetti, appaiati, mescolati, confusi nel disordine più bizzarro.
      Una Venere greca stringeva al seno con voluttuoso trasporto una pipa turca; un bendato Amorino appuntava la più acuta freccia del suo turcasso contro una Galatea fuggente — e vi assicuro che andava a ferire tutt'altra parte che il cuore della classica civettuola; il vecchio Sileno, inghirlandato di pampini, sorrideva per la prima volta, alla vista d'un catino d'acqua; il membruto Ercole del Bandinelli, guatava con occhio torvo un coniglio bianco impagliato, e la fiducia in Dio di Bartolini affisava con quella maravigliosa espressione che tutti sanno un solino che le spenzolava sul capo un'Ondina, fasciala pudicamente il collo con un cache-nez.
      Lo sconosciuto, volto alla sua compagna, le additò sorridendo i modelli:
      — Ecco i mici amici, brave e degne persone, cui non chiesi mai inutilmente un conforto, o un'ispirazione. Sono un pochino imbronciati: si direbbe che mi rimproverano la scampagnata fuor di stagione. Se sapessero che in questi tre mesi li ho dimenticati per te, e che ritorno accompagnato da una rivalel
      — Loro signori giungono dalla campagna? domandò la Flavia, clie non seppe dissimulare la sua sorpresa.
      — Appunto, e abbiamo le ossa peste da una scarrozzata di venti miglia. Vi prego quindi di dire al vetturino di portar su gli oggetti che sono nella vettura.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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