I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      La curiosità,, in vece di scemare, aumentava in ragione diretta dei nuovi ostacoli, e dell'impossibilità assoluta di soddisfarla.
      Dopo la prima settimana, il signor Luciano fu veduto uscire sul mezzogiorno — era la seconda volta — e rientrare alle tre, seguito da un vispo garzoncello ne'dodici anni, che teneva sotto l'ascella destra una grossa scatola di colori, mentre lasciava spenzolare dal braccio sinistro una gabbiuzza di fìl di ferro, in cui saltellavano due cardellini dorati delle Canarie, coll'ale screziate di verde, luccicanti al sole come due smeraldi.
      Il ragazzetto, che avea nome Menico, veniva regolarmente alle otto tutte le mattine, e lasciava la casa alle quattro pomeridiane.
      Alle nove un garzone del caffè vicino portava la colazione; alle quattro il giovine del trattore, attraversando Io stanzino della portinaia, ne profumava l'ambiente colle succolenti emanazioni del desinare.
      — Non può durarla! pensò la Flavia, alla quale questo sistema di vita pareva eccentrico e rovinoso-
      Ciascuno alla sua volta, vehne interrogato ora Menico, ora.il giovine tlel trattore, ora il caffettiere.
      Ciascuno alla sua volta aveva scrollato il capo, stringendosi nella spalle con un « Uhm! » pochissimo significativo.
      I cinque curiosi avrebbero fatto carte false per trovare un uncino, a cui appiccare con qualche costrutto un'ultima congettura.
      E l'uncino fu trovato, e la congettura fu delle più maligne che abbia/ architettato il cervello d'una portinaia in un accesso di malumore prodotto dalla curiosità inappagata.
      II padrone delk casa abitata da'due giovani maritati, onorevole dro-ghiere in quiescenza, entrò un bel mattino dalla Flavia, seguito da un vecchietto in occhiali verdi, abito color pulce — un quid medium, nel taglio, tra la livrea e il soprabito cittadino — col bavero sormontante, il quale, rasentando i confini d'un berretto di velluto grigio a soffietto, richiamava alla mente i morioni inchiodati del Medio-Evo.
      — Signora Flavia, condurrete questo signore... Il suo nome, di grafia? aggiunse, indirizzandosi al suo compagno. ¦
      — Wil, rispose il vecchio con accento straniero.
      — Condurrete il signor Wil nella cameretta del quarto piano. La ca? mera non è molto grande, ma è sana, ariosa... con una prospettiva poi...
      — Sui tetti, sogghignò il vecchio aggiustando sul naso gli occhiali verdi.
      «
      — Sicuro, una vera camera da studente, queta, raccolta... A proposito, cara la mia donna, vi avverto che il nuovo inquilino...
      — Il signore?... , Misi. Voi. IL 3


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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Luciano Canarie Menico Flavia Menico Flavia Medio-Evo Flavia Wil Misi