I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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E la era infatti un' Uri la bionda giovinetta da' grandi occhi ci-lestri, su cui si affissava con ineffabile rapimento la nera pupilla del giovane artista; tu ne vedevi l'aerea persona disegnarsi come le vaporose visioni d'un sogno traverso gli sprazzi diamantati del sole cadente; tu ne aspiravi l'alito profumato, e ti pareva che, raggiante di speranza e d'amore, ella si librasse in un'aureola, incolorata soavemente dai
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riflessi* cangianti delle sue ali.
Mala era un Uri abbigliata semplicemente all'europea; uno di quegli angioletti bianchi e rosei che popolano i nostri domestici paradisi; che sanno sparecchiare una tavola, accendere una pipa, ammannire un caffè., e Cento altre cosarelie, più o meno ingegnose, a cui non sono atte le creazioni fantastiche del Profeta-legislatore.
mVittorina — poiché era dessa — ritta in piedi presso alla gabbia de' suoi due canarini, sporgeva loro con uno spillone traverso a' ferri una metà di biscotto che aveva prima immollato in un bicchier d'acqua, e il suo volto irradiavasi d'una schietta gioia infantile vedendo le due graziose bestiuole accorrere a lei dall'altro lato della gabbia, agitando festosamente le loro ale di smeraldo... a lei che li chiamava co' più dolci vezzeggiativi che labbra di giovane madre abbiano mai pronunziato nell'accarezzare un bambino.
E bisognava sorprenderla in quell'atto, in quell'ora, allorché i morenti raggi del sole, attraversando i cristalli dell'unico finestrone, ne avvolgevano la snella e dilicata persona in una nube d'atomi scintillanti; bisognava vederla colle lunghe ciocche inanellate de'capelli d'oro, serpeggianti per le spalle e pel seno; con quella sua vitina di vespa lievemente incurvata sulla gabbia degli uccelletti; con quell'inconscio abbandono, con queir angelico sorriso, per comprendere quella specie d'estasi deliziosa, alla quale trovammo in preda Luciano.
Gli arredi del salotto, la semplicità, la proprietà che regnavano dappertutto, formavano una stupenda cornice a quel quadro di felicità coniugale.
Se però il lettore si attiene alla prima descrizione che gliene ho fatta, difficilmente potrà riconoscere la stanza, in cui lo introduco per la seconda volta.
La mano amorosa della donna e l'occhio intelligente dell'artista si sono posati su quel caos di oggetti disparati e confusi, e da quel sapiente accordo di volontà e di gusti, scaturiva in un giorno quel piccolo mondo che si chiama uno studio da pittore, e che ha per le anime passionate del bello l'irresistibile prestigio della creazione.
L'Amorino, la Galatea, l'Ercole, il Sileno e l'Ondina spiccavano graziosamente sugli scompartimenti della parete opposta al fmestrone; la
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (41/525)
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