I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Finalmente, quando Dio volle, si accorsero che il caffè freddava sul tavolino.
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Luciano tornò a sdraiarsi indolentemente sul seggiolone, vittorina gli si assise sulle ginocchia, ;
Il sole era scomparso dietro la bruna fila di tetti, che sorgevano di prospetto, avvolgendo gli oggetti in quel vago barlume crepuscolare, così caro ai poeti, a' paesisti, ai borsaiuoli e alle madamine.
Non parlo de'nostri due giovani sposi.
Bisognava vederli, Furia sulle ginocchia dell'altro, immersi in quella mezza luce, che dava a'modelli, ai quadri, ai mobili dello studio cento forme fantastiche e capricciose; bisognava udirli a ripetersi tra un sorriso ed un- bacio, tra un rimbrotto ed una carezza que'minuti particolari, que'piccoli nonnulla d'un amor ricambiato, cosi' noiosi quando si descrivono, cosi deliziosi quando si fu parte di essi, quando furono e sono un tutto con noi, colle nostre speranze, co'nostri timori, colle nostre passioni... con la nostra esistenza.
— Tu hai una testolina esaltata, mia cara, diceva Luciano, cingendo la vita della sua giovane moglie, che gli si era allacciata al collo con un tremito di sgomento; tu ti lasci padroneggiare lo spirito da terrori superstiziosi. A sentir te, tua zia — la tua vecchia e veneranda zia — aggiunse in tuono di sarcasmo, non è una donna...
— Via, Luciano, non scherzarci interruppe la giovane, serrandoglisi dappresso sempre più paurosa,
—• Scommetto che tu temi di vedertela da un momento all' altro scaturire dalla parete; o che ti si presenti ritta in piedi sul limitare dell'uscio chiuso come un bianco fantasma evocato dagli scongiuri d'unostregone.
— Luciano, te ne prego... se mi ami, non "parlarmi cosi... Tu ridi perchè ho paura... ebbene sì... ho paura!
E dicendo ciò ìin brivido nervoso le agitò la persona, e i suoi piccoli denti, stretti l'uri contro l'altro, stridettero sordamente.
— Parliamo d'altro, ripigliò Luciano, e, come per rassicurarla, intrecciò carezzevolmente le dita tra le anella ondeggianti de' capelli di Vittorina. Sai tu che imbellisci di giorno in giorno, e che comincio a diventar geloso... furiosamente geloso del signor Pleyston?
Se il salotto fosse stato rischiarato, l'artista avrebbe veduto la sua giovane moglie impallidire a quel nome.
Luciano continuò:
— Parliamo sul serio: ogni qual volta esamino freddamente la sua. condotta, mi perdo in un mare d'indagini e di congetture contraddite -torie. E o non e quello per cui si spaccia?... Per un commesso viag-
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (43/525)
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Dio Furia Luciano Luciano Scommetto Luciano Vittorina Pleyston
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