I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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CAPITOLO III.
Il Nogno dell* oppio.
Luciano si alzò alla sua volta, e come vergognasse della fatta supposizione, andò incontro allo straniero e gli stese la mano, che questi strinse con espansione.
Quella stretta di mano, in tale momento, dopo un sospetto oltraggioso, equivaleva a una scusa fatta e accettata.
Vittorina, in questo mezzo, aveva acceso la sua graziosa lucernetta da lavoro, e posatala sulla lastra del caminetto, spinse, innanzi una scranna, e l'accennò degli occhi al sopraggiunto con un sorriso.
Poi, preso dal tavolino un ricamo appena incominciato, andò a sedersi sur uno sgabelletto presso alla seggiola di Luciano.
Gionata Pleyston contava appena i venticinque anni. I suoi lineamenti, senza essere regolari, erano improntati di quella maschia e severa bellezza che di consueto non si acquista che a' trenta. Piccole basette d'un biondo cupo, tendente al castano come i suoi capelli,-gli ombreggiavano il labbro superiore, il quale componendosi a un dolce e mesto sorriso, lasciava vedere una doppia fila di denti, fianchi, uguali e ristretti come quelli d'una giovinetta.
La sua carnagione, naturalmente bianca e dilicata, avea quella tinta lievemente dorata, quel brunito metallico, che imprimono sul volto del marinaio i raggi ardenti e verticali del.sole dell'equatore. La traccia
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (46/525)
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Nogno Luciano Pleyston
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