I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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e'anzi sul conto mio, mi fa conoscere d'esser stalo un mediocrissimoa
commediante. D'altra parte, io conlavo moltissimo sull' indulgenza del pubblico, ed ero certo che, a sipario calato, tra me e lui, a quattr'occhi e da buoni amiGi, ci saremmo rappattumati.
Luciano e Vittorina, scossi da queste parole e dal tuono scherzoso con cui furono proferite, si ricambiarono uno sguardo rapido di sorpresa.
Gionata continuò sorridendo:
— Diavolo! per essere un commesso ero troppo artista o non ero... abbastanza artista perchè non trasparisse dalle mie maniere il presuntuoso dilettantismo, del gran signore. Per essere conseguente alla mia professione avrei dovuto discorrervi di trine, di velluti, di sete... o di bambagina; sarei stato noioso, impudente, vanaglorioso, pettegolo... ma commesso. E invece, cos'ho fatto io? Vi ho parlato di libri, di quadri, di statue, di monumenti. Era incapacità d'attore, o .partito preso di sorprendervi colle mostruose mie inconseguenze? Nò 1' uno nè l'altro. Siete mai slati fra le quinte d'un palco scenico nell'intervallo che corre tra un atto c l'altro d'una commedia? Vi siete mai trovati nel camerino d'un attore quand'egli vi rientra dopo lo spettacolo, vestito di ferro come il Cid, di raso e velluto come Carlo V, o in abito inquartato, con pizzi, nastri, merletti e spada come un marchesino della Reggenza? Quest'attore vi riconosce, vi saluta, vi stringe la mano; ed entrato con voi in colloqui intimi e famigliari, il marchese si lagna della crittogama che ha rincarato il vino da dodici soldi al boccale; Carlo V bestemmia contro i suoi calli; il Cid vi parla d'un'infreddatura che si è buscata in via delle Ore nel far la posta a una crestaina. Or bene, supponete che io sia un attore, e che il vostro studiò...
— Serva da camerino per travestirsi.
— Non tanto per travestirsi quanto per riposare.
— Voi dunque confessate di rappresentare una parte? • — Non ve l'ho detto? quella di commesso.
— Ma l'altra?
— Quale?
— La parte vera?
— Ah! ah! adesso che conoscete il personaggio, volete conoscer l'uomo; Carlo V deve spogliare il suo giustacuore trapunto, e mostrarvisi in cappello a cilindro, soprabito di panno e stivali verniciati. È giusto. Mi perdonerete anzi di non averlo fatto prima, o di farlo ora, un po'tardi, e a metà... poiché vi avverto che, parlandovi del vero esser mio, della' parte che rappresento• in questo dramma, o commedia, come più vi piace, sarò costretto a far uso di qualche reticenza, affine di non sce-
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mar l'effetto alla catastrofe... allo scioglimento, ch'è vicino e terribile, ve ne accerto.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (49/525)
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