I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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d'una terra che il sole non feconda col fuoco, credete d'aver raggiunto il colmo dell'ujnana felicità.
« Voi non conoscete i voluttuosi e brillanti sogni dell'oppio; voi non potete farvi un'idea di questo lungo giorno di festa senza domane-., di quest'amore senza lacrime... di questa primavera senza inverno.
« Or bene, il mio passato gli è uno di codesti sogni febbrili, popolato di visioni soprannaturali, carezzevoli o minacciose, tetre come un fantasma o sorridenti come un'innamorata, le quali svaniscono al più lieve-contatto della vita reale e positiva, senza lasciarvi nemmeno la rimembranza d'aver vissuto, amato... sognato.
« Se io chiudo gli occhi e lo evoco dalla sua tomba, il passato mi si schiera dinanzi, passa e si dilegua come le figure mobili d'un quadro plastico, o le pallide ombre di una fantasmagoria.
« À ventitré anni io sono ricco, amato, felice.
* Ecco il sogno.
• Ricco, lo sono; amato, lo ero; felice, lo sarei stato.
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• Ecco la realtà.
« Come è espansiva e confidente la gioia nel sapersi ricchi ed amati a ventitré anni! Tutti i volti sorridono, tutte le mani si stendono, tutti i cuori si schiudono. Trecento negri si curvano davanti a me, io li rialzo; uno di essi cede all'istinto sanguinario che la schiavitù ha invigorito, celasi in un dirupo del Picco del Lupo, o si appiatta tra i fitti macchioni di palmizi, di aloe e di banani della Solfatara, mi apposta, spiana la carabina, spara, uon coglie, lo arrestano, lo trascinano davanti a me... — Ebbene, Gionata, cosa pensi? Tu puoi farlo appendere all'albero più alto delle tue selve, o gittarne le membra lacere ai cani della fattoria... Ohi Gionata, dove hai tu il capo quest'oggi?... tu ti lasci commovere dal suo pianto, tu gli perdoni?... a un negro !... come se un negro fosse un uomo, e il legno d'ebano, carni, muscoli, sangue, visceri palpitanti!
* No, no, no! io ho veduto una lagrima scintillar furtiva sull'occhio bruno.di Miranda — grazia... grazia... grazia per lui!
t Involontariamente... quasi malgrado mio, mi sono lasciato sfuggire dalle labbra il nome di una'donna...; questa donna non è più lamia amante — è mia moglie. Gli ò con una specie d'orgoglio ch'essa porta il mio nome — il mio bel nome italiano, che suona dolce ed armonioso come una parola d'amore tra i sibilanti appellativi anglo-sassoni dei capi della Colonia.
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« Il mio sogpo d'oppio continua: io sono felice perchè mi credo amato, ho ventitré anni, e son ricco.
« Miranda è una giovane creola dagli occhi neri, brillanti, dalle 'ci-
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (52/525)
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Ricco Picco Lupo Solfatara Gionata Gionata Miranda Colonia Ohi
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