I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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CAPITOLO IV.
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Angelo e Demonio.
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Luciano e Vittorina, stretti l'una contro l'altro, pallidi e anelanti di commozione, affissavano lo straniero.
Vi era qualcosa di strano nel linguaggio di quest'uomo, che descriveva una sventura domestica colla frase colorata, immaginosa e poetica delle novelle orientali.
Trascorsero alcuni secondi d' un silenzio profondo, in capo ai quali Pleyston si scosse trasalendo, e passatosi una mano sugli occhi come chi si desta da un sogno penoso, li schiuse lentamente, s'accorse del turbamento de'suoi giovani amici, e sorrise.
— È passato ! ripigliò con accento ironico, che invano si sforzava di render scherzoso; le fantastiche visioni dell'oppio si sono dileguate al freddo contatto della realtà. Appena approdato nella vostra decrepita Europa, io mi trovai costrettola imbrancarmi nella schiera de'mariti comuni. Giorgio Dandin ha torto; un uomo che si lagna dell'infedeltà di sua moglie è un essere eminentemente ridicolo; Molière ne compose una farsa e fece smascellar dalle risa i mariti contemporanei...
— Mi permettete un dubbio? interruppe Luciano, riavutosi dalla prima sorpresa, e bramoso di scrutare a fondo questa strana natura d'uomo.
— Parlate pure, liberamente: il dubbio fa i grandi uomini, come viceversa i grandi uomini fanno il dubbio! — Voi dunque dubitate?
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (55/525)
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Demonio Vittorina Pleyston Europa Dandin Molière Luciano
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