I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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late michelangiolesche — vi schizza il tetro profilo di Lanciotto, ma lontano, quasi in fondo al quadro, nell' ombra. L'intuizione del genio additò forse al poeta il pericolo; il marito vi e appena accennato, e il Cairn attende chi in vita ci spense,, proiettando sul quadro la luce sinistra d'una predizione, vela opportunamente il ridicolo che potrebbe nascere dalla situazione.
t Fra la morte di Paolo e Francesca, e la vita di Lanciotto, super-stiste al suo disonore, chi potrebbe esitare? La scelta sarà immorale, ma avvi tanta luce di poesia in quella colpa, espiata col sangue, e suggellata con un lungo... disperato bacio ne'supremi aneliti della morte, che il cuore umano vi si lascia mal grado suo trascinare, come sospinto da un fascino irresistibile.
— E il ridicolo di chi transige? obbiettò con sarcasmo Luciano.
— Chi ha parlato di transazione?... io no: questo consiglio si potrebbe darlo a un banchiere alla vigilia del fallimento, che sposa un'ereditiera per sottrarsi alla bancarotta. La colpa per quanto ne appaia beata, incurevole, & ci si mostri sotto le forme più eccitanti, più splendide, più seducenti, ha in sè stessa il germe della punizione che la corrode. Vorrei che questa verità morale si scolpisse profondamente nel cuore di tutti quelli che hanno sofferto, e che vittime invendicate d'uno di quei delitti che il Codice nè sospetta, nè prevede, nè punisce, esercitano qui in terra le veci d'una giustizia eterna riparatrice.
t Avete letto il Conte di Monte-Cristo*!... dove trovereste tre legni abbastanza alti per appiccarvi questo furfante? è egli migliore de'col-pevoli che punisce quest'after ego della providenza? dove sono le sue credenziali? chi gli ha detto di porsi arrogantemente fra Dio e l'uomo, e di darci quella specie di avan-goid del giudizio finale?... Al diavolo lui e i suoi paril quella lettura mi ha contristato.
« Transigere no, ma aspettare... pensando che la vita umana non è scopo a sè stessa, e che al di là di quell'azzurro, che il fisico decompone in ventuna parte di ossigeno e in settantanove di azoto; che al di là di que' mondi scintillanti, di cui la superbia umana ha fatto un vasto padiglione trapunto, disteso sulla sua testa come i festoni ondeggianti d' un baldacchino regale, avvi qualcosa che sfugge alla nostra intelligenza, ma di cui sentiamo l'esistenza nel profondo dell'anima — come l'eco d'una voce che non è la nostra — prima della colpa, nella colpa, dopo la colpa; o quando colpiti da una sciagura leviamo istintivamente gli occhi lassù, come se da quell'ammasso d'aria atmosferica ci potesse venire un conforto, un consiglio, un'ispirazione.
« La colpa ha in sè stessa il germe della punizione che la corrode.
« Seguite a grado a grado, da lontano o da presso, il lento ma in-
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (57/525)
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