I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      cessante sviluppo di questo germe; siate come un rimorso incarnato,
      0 se la frase è troppo poetica ^ come una providenza in guanti gialli, giubba nera e cappello a cilindro; mostratevi, a volta a volta, angelo o demonio; siate marchese o commesso; chiamatevi Gionata o Castel-santo; fatevi trascinare pel corso da un equipaggio principesco, o vuotate il vostro mezzo boccale tra i miasmi vinosi d'una taverna, impancato con quelli; a'quali l'ergastolo insegnò la filosofia del delitto.... rendete, in fine, fecondo il vostro stesso dolore, e fatene un potente stromento di rigenerazione pe' vostri simili, purché ciò vi somministri il mezzo d'avvicinarvi a quelli che vi fecero piangere, o che hanno pianto con voi... E poi;lasciate che la vendetta si compia, senza perdonare, senza dimenticare — aspettando: Dio provedefGionata fu interrotto dal fracasso d' un uscio sbattuto con furia. . Una voce d'uomo rintronò nel cortile:
      — Dio o il diavolo! se il pane piovesse giù fitto dal cielo come le maledizioni dalla bocca di quella strega!...
      . Queste strane parole furono seguite dalla voce chioccia di una vecchia che minacciava, e da uno scroscio di riso stridente, secco, femminile come quello d'una demente.
      1 Luciano e Vittorina balzarono da sedere, corsero al finestrone del fondo, e lo spalancarono.
      La notte, preceduta da un tramonto cosi splendido e così sereno, si
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      era fatta nera, fredda e piovigginosa.
      Il cortile, veduto dall'altezza del terzo piano, offriva l'aspetto cupo d'una voragine, entro cui la luna, con una specie di pauroso ribrezzo, ha lasciato scivolare il più pallido de' suoi raggi.
      Codesto facsimile di luce lunare veniva da una lucerna, che attraversando i vetri opachi e verdastri d'una finestra, o feritoia, del pian-terreno, proiettava il suo fumoso barlume sulle pozzanghere del cortile.
      Ma il cortile era deserto, e dell'uomo che l'avea attraversato quasi di corsa, tendendo bene l'orecchio, si sarebbe appena distinto un sordo e lontano scalpiccio, soffocato dal crepitar della pioggia sui tetti e sulle grondaie.
      — Ecco un uomo che non crede alla providenza.... o che ammette l'esistenza di due potenze contrarie, senza aver fiducia in nessuna! ripigliò Pleyston, accennando all'energica imprecazione, che l'avea interrotto.
      — Lo credo, rispose Luciano, rabbattendo le due impannate. La stoffa di cui si fanno i credenti non la si tesse mica nelle galere, d'onde è sbucato quell'uomo, dopo aver dato un completo sviluppo a'suoi talenti economici, nei dodici lunghi anni di lavori forzati a cui fu condannato.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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