I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      — Lo conoscete?
      — Sì. Lunedì passato, sull'imbrunire, lo trovai seduto sul pianerottolo della terza scala. Vi avverto che, vedendolo cosi dappresso al mio uscio, l'impressione che n'ebbi non fu gradevole, massime perchè Vit-torina, colpita dall'aspetto sinistro di quel mascalzone, mi si era stretta al braccio, pallida e sgomentata.
      — Devi aggiungere però, amico mio... interruppe Vittorina arrossendo.
      — Che, passata la prima paura, lo compiangesti.
      — Era un po'tardi forse 1 osservò in tuono di cortese rimprovero lo straniero.
      — È vero. Difatti, ripensando momenti dopo alle sue risposte, restai sorpreso d' un non so che di fiero e di risoluto, che contrastava bizzarramente co'cenci della sua casacca.
      « — Cosa fate qui? gli dissi aspramente.
      « Levò gli occhi, e mi fissò trasognalo.
      « Poi trasalì, come se riacquistasse la coscienza della sua situazione.
      « Scrollò le spalle, si alzò, e rispose:
      « — Nulla, pensavo... Pensando, s'inganna la fame. E dire che da stamattina... e che ho persino pregato, perchè quella strega mi dice che sono un eretico, e che... ma quel di lassù... To'!
      « E levò tutte due le braccia colle/pugna strette, componendo il volto alla truce espressione che Dante dà a Ciacco, il ladro bestemmia lore.
      t — Fame! gli è il solito ritornello de'pari vostri, risposi. Non avete un mestiere?... siete ancor giovine e sano, perchè non lavorate?
      « — Perchè nessuno vuol darmi da lavorare; perchè sono fabbro; perchè dubitano che, ponendomi in mano una mazzuola e una spranga, non me ne valga a fabbricare una chiave falsa; perchè, in fine, vedono che ho la casacca a brandelli... dicono che ho la faccia sinistra, e credono che dodici anni di lavori forzati non siano il certificato migliore della condotta d'un galantuomo. Ecco perchè ho fame, e perchè non lavoro.
      « Fui commosso da quella franchezza, e gli porsi una moneta daventi soldi.
      « Guardò il-danaro offertogli con disprezzo, e non fe'un movimento per prenderlo, nè per rifiutarlo.
      « — Chi vi ha chiesto l'elemosina?... Ho buone braccia io, e vo" lavorare. Mangiamicche e il Guercio hanno torto... torto marcio! Il bagno poi non è quell'inferno come si dipinge, e se ci entrai per un furto, non ci rientrerò per un assassinio... È vero che la via è comoda... Si comincia con lo stender la mano e accattare una moneta da.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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Vit-torina Vittorina Dante Ciacco Guercio Mangiamicche