I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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e di scrutarne la profondità e l'estensione, risalendo alla causa primache la promosse.
— Dimenticate un'altra qualità, notò scherzando il pittore.
— Quale?
— Quella di demonio.
— Ah! ahi vi pare che la dimentichi? rispose Gionata con un ghigno espressivo.
Quindi, cambiando tuono:
— A che punto siete del mio Angelo del Giudizio? richiese.
Luciano tolse la lucerna dal camminetto, ne rialzò il paralume, siaccostò, seguito da Pleyston e da Yittorina, a un cavalletto collocato di faccia al finestrone, e levato il velo che copriva una tela, su cui spiccavano vive le traccio delle ultime pennellate, alzò il lume di sopra al capo, dicendo:
— Osservate. >
La era una tela alta cinque piedi e larga tre, sul fondo bruno della quale spiccavano due sole figure di proporzioni presso che naturali.
La scena riprodotta dal quadro seguiva in un salottino, tappezzato d'una pesante stoffa color cenere, a larghi fiori d'un violetto cupo, tendente al sanguigno.
I pallidi raggi d'un sole al tramonto, sprigionandosi a stento dalle cortine di velluto cremisi d'un finestrone del mezzo, gittavano una specie di bagliore sinistro sulle due figure che descriviamo.
Un'orribile vecchia, accasciata dagli anni e dalle infermità, signorilmente abbigliata di moerro e di pizzo nero, col naso adunco, le guance incavate e le occhiaie livide, colle mani scarne e giallicce convulsivamente strette a' due bracciuoli della sua poltrona, rizza vasi a mezza vita, coi muscoli del volto contratti per lo spavento, cogli occhi immobili, stravolti, vitrei, come di persona che affissi uno spettro, e a cut manchi la forza per fuggire, la voce per chiamar soccorso, il coraggio per respingerlo, o scongiurarlo.
Eppure l'uomo che le stava di contro, ritto in piedi, con lo sguardo immobile e le braccia incrociate, non aveva nulla di sinistro, nè di terribile nell'aspetto per giustificare, a prima giunta, la suprema espressione di sgomento, che dava la rigidità del marmo ai lineamenti cadaverici della vecchia signora.
Immaginate un giovinotto, alto, pallido, biondo, cogli occhi di un turchino cupo... In poche parole, rammentate il ritratto di Gionata Pleyston... se non che, invece della rozza casacca soppannata di pelo,, vestitene l'elegante e aggraziata persona d'una giubba nera, a un occhiello della quale splendono le tre stelle d'un ordine cavalleresco.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (63/525)
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Gionata Angelo Giudizio Pleyston Yittorina Gionata Pleyston
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