I misteri di Milano di Alessandro Sauli

Pagina (66/525)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      -(60)-
      Luciano entrò nella contigua camera da letto, e ne uscì quasi subito, tenendo in mano un album, nel quale vedevansi tracciati a matita una serie svariata di ritratti, paesaggi, arabeschi, profili — visioni fuggevoli dell'artista, idee impersonate, ch'egli eternerà poi nel marmo, nel bronzo, nella tela, nelle scene d'un dramma, o nelle pagine di un romanzo.
      Gionata prese l'album, lo sfogliò, e arrestossi alla sesta pagina, nella quale figurava un bizzarro gruppo di teste, maravigliose per la selvaggia, ma pur diversa espressione che le caratterizzava.
      — Stupende 1 sclamò. Sono ritratte dal vero?
      • — E schizzate sul luogo, come il vostro Byron soleva fare per conservare il colore locale alle scene de' suoi poemi. Vi accerto però che non ero sull'Acropoli, riè assiso sullo zoccolo d'una colonna infranta del Partenone; le ho ritratte in un'osteria di Porta Comasina — una specie d'affumicata caverna —, sdraiato probabilmente tra un ladro e una cantoniera. Sono gli onorevoli membri della cosi detta Compagnia del Lampione — schiuma di furfanti...
      — Desidererei conoscerne gli originali.
      — Quando vorrete.
      — Vi prendo in parola. Slassera?
      — Stassera.
      — Oh! a proposito — ho un'idea.
      — Sentiamo.v
      — Conoscete il processo adoperato da Leonardo da Vinci per dipingere la Medusa?
      — No. '
      — Eccolo. Gli è uno de5 tanti aneddoti, di cui s'ingemma la glo-
      t *
      riosa giovinezza del grande artista.
      « Un giorno capitò un villano a trovar maestro Piero Vinci, il notaio, recandogli una specie di scudo, che egli avea tratto dal tronco d'un albero, è lo pregò di farglielo dipingere da suo figlio; poco importa-vagli.il come, e'iasciava di questo libera la scelta all'artista.
      k
      « Il notaio, che era molto amante della caccia e della pesca, e che aveva trovato sempre nel contadino un bravo e compiacentissimo compagnone, s'incaricò della briga, tolse lo scudo, e lo dette al figlio.
      t Leonardo anzitutto raddrizzò al fuoco lo scudo, gli tolse la ruggine, e lo intonacò di bianco. Fatto questo, ragunò nel suo- studio, chiuso ad ogni curioso, una moltitudine di serpentelli, di lucertole, di rospi, di grilli, di locuste, di farfalle e di pipistrelli, e da tutti questi rettili, più degni di figurare dietro le vetrine di un Museo o nel gabinetto d' un naturalista, tolse il modello per comporre un mo-


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

Pagina (66/525)






Byron Acropoli Partenone Porta Comasina Compagnia Lampione Leonardo Vinci Medusa Piero Vinci Museo