I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      E già imboccava l'uscio, allorché Pleyston, scivolatogli di fianco, e ghermitolo.per un braccio. . • U 4- ¦ .m ,
      Avete voi coraggio? domandò per la terza volta. > * v Il forzato fece un'ultimo sforzo per disciogliersi da quella stretta; spinse innanzi la gamba destra, e fatto gravitare.il corpo sulla sinistra, ripiegò e protese il braccio una... due... tre volte —ima inutilmente. A ciascuno di quei vigorosi squassi le vene della sua fronte inturgidivano, i muscoli del suo collo oscillavano come corde tese. Il volto di Gionata all'incontro, era pallido sì, ma tranquillo, La lotta fu breve: Francesco dovette chinar la fronte davanti-alla doppia superiorità, morale e fisica, del suo antagonista. ~ Mi ascolti? disse Pleyston.: >
      — Parlate^ risposa il Legnaiuolo. * •. * „ >
      Allora Gionata, allentate le dita che avea no improntato un solco livido sul' polso dell'operaio : 4 • l —
      Chi ti ha chiesto il coraggio del 24 febbraio, soggiunse — la codarda risolutezza del furto e dell'assassinio? Hai tu invece il coraggio di rifar col lavoro la tua esistenza, e di cancellar con esso, giorno per giorno, le memorie obbrobriose del tuo passato?...? vuoi tu essere stro-mento del bene, come finora lo fosti del male/e do ve* recasti lo scandalo che scoraggia e corrompe, vuoi tu portare l'esempio che conforta e feconda? 1 .
      4 *
      • * Vgurata, sia morto di Jattime 0 di consunzione un bambino; 0 che agli abitanti di quella casa sia capitata una di quelle disavventure, le quali soprarrivano, con non lieve nostro rincrescimento, anche a noi, ambrosiani incurevoli e spregiudicati — a noi che non abbiamo ubbìe per la testa perchè di streghe ne hanno processato e abbruciacchiato abbastanza i nostri antichi buon'anima e buona memoria; basta, diciamo, scavezzarsi una gamba, morir di gastrite, di febbre acuta, di pletora, o di polmonite; basta spezzare casualmente uno specchio... o un boccale, sconquassare una scranna, sgangherare un uscio, spander l'olio sulla tavola o sul pavimento, rovesciar la saliera... far male i suoi affari, esser derubati, fallire,'andar \in malora**.
      o al diavolo, che non è lo stesso; — basta una sola di queste e di millanta altre disgrazie, che
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      vi sia piovuta addosso dopo una visita, una stretta di mano, un salutò, una sguardatina sinistra di quel tale o tal altro dall'occhio nero, perchè il povero diavolo, dimostrato prima e provato qualmente le prefate sciagure provvengano in via diretta da lui e non da altri 0 da altro, sia sull'istante additato, sfuggito, respinto dalle persone nelle quali s'imbatte, con lo stesso pauroso ribrezzo che si sente alla vista di un rettile velenoso, o trovandoci casualmente, e malgrado nostro, presso al lurido giaciglio di ,un appestato. , * • " VDa ciò i tanti ridicoli preservativi contro il fascino de* maliardi; —¦ amuleti, scapolari, reliquie.... e il preservativo sovrano, quello contro cui si spunta lo sguardo più acutamente malefico — il corno! ma un corno aguzzo di buffalo, di toro, di cervo — di corallo, d'osso, di avorio — ora levigato e lucente, e cerchiellato d'argento, sorgente ritto a spauracchio da entrambi i canti del cassettone; ora a foggia di cornucopia o di gentil manina, che tenga protesi, non troppo gentilmente, l'indice e il mignolo sull'anulare, il mediò e il pollice ripiegati, pendente di mezzo ai gingilli d'oro della catenella dell'orologio. . hv jl k ^ . 1 ì \ —
      La morale a cui tocca. Noi siamo storici, e ce ne stiam contenti al riferire uno dei più terribili fra' mille, più o meno assurdi, pregiudizii contemporaneiLa Direzione.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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