I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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Poi soprastette, e accostò l'orecchio alla commessura. ' : •
Lo stesso silenzio.
— Sarebbero uscite mentre io..., pensò avvicinandosi alla finestrella, da cui traspariva un dubbio chiarore, che gittava il suo pallido riflesso sulle lastre fangose del cortiletto.
— È impossibile, soggiunse poco dopo Francesco: quella sgangherata carcassa si strascina a stento sulle due gambe... A meno che Maria con quella sua benedetta storia delPé lei o non è lei... Ma nemmeno ^ Feci ben capire alla vecchia che quel gironzare di notte pe' caffè e
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per le osterie, una volta o l'altra, avrebbe finito con una buona sprangala entro un camerotto della Senavra... (i) Dunque?...
E rafforzò la domanda, cacciando tra lo sbadato e lo stizzoso il braccio sinistro traverso a-un quadrello dell'inferriata.
Senza volerlo il suo pugno'andò più oltre che non credesse, battè con violenza in sul vetro, e lo infranse. ^Al tintinnio dei frantumi che batterono sull' ammattonato una voce
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spaventata di vecchia, sbucando come un singhiozzo dai fondo del pianterreno, rispose con un aiuto!... al ladrof che fece fremere il Legnaiuolo.
-r- Ma che ladri!... sono io... sono Francesco — aprite.
— Vengo, vengo! stridette fiocamente la stessa voce, ripigliando l'intonazione stizzosa, che era la naturale.
Poco stante s'udì il rumore di due ciabatte; strascicate lentamente sul-pavimento.
Una mano afferrò il catenaccio, e fattolo scorrere a metà fra gli anelli, si arrestò di botto, come se la persona, alla quale apparteneva quella mano, non si fosse abbastanza rassicurata.
— Siete proprio voi? chiese la voce di dentro. 4 '
— Ma si, sono io... in malora! ' sLa stanghetta finì di scorrere; Francesco dette con forza d'una spalla in sull'uscio, e poco mancò che lo spalancarsi de'due battenti5 non mandasse a gambe levate la vecchia, la quale, siccome avvezza a simili complimenti, si contentò di rispondervi con un grugnito.
— Gli è un'ora che busso, disse il forzato, il quale, dopo aver girato rapidamente uno sguardo attorno con penosa ansietà, e accertatosi che i sospetti^ concepiti momenti prima, erano infondati,respirò più liberamente. ' ;
— E che male c'è? continuò a borbottar la megera, nella quale presentiamo al lettore la Celeste Barinetti^ sua vecchia conoscenza din
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(i) Ospitale dei pazzi a Milano.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (81/525)
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Francesco Maria Senavra Legnaiuolo Francesco Francesco Celeste Barinetti Ospitale Milano
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