I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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II Legnaiuolo, dopo aver composto alla meglio il capo di Maria sui povero capezzale, si alzò, prese il cappello, e fé' per uscire.
— Vai via un'altra volta? chiese la vecchia, saettando un'avida occhiata dal suo cantuccio al pane e al prosciutto che restavano intatti sul tavolino.
— Vo' via e chiudo, rispose Francesco levando la chiave dalla toppa, perchè non vorrei che, una volta o l'altra, a quella poveretta, lasciandola uscir sola di notte, le accadesse qualche sinistro...
— Sciocchezze!... non ci sono io?
— Sul vostro affetto di madre c'è da contare... come sulla compassione d'un usuraio.
Detto ciò, il Legnaiuolo tirò a sè l'uscio e lo chiuse.
— Buona notte e buona fortuna! strillò la Celeste col tuono stesso di chi vi augura poco cristianamente un malanno. — Spero che quel martuffo l'avrà capita una buona volta^ continuò tra sè e sè quando il Legnaiuolo si fu allontanato; picchia oggi, ripicchia domani, alla fintine qualcosa di sodo si viene a capo di ribadire in quella zucca vuota... Tanto fa! quando si è cominciato si può finire... Chi non risica non rosica, dice il proverbio — e vivere bisogna vivere !... ^E così parlottando, si trasse sulle spalle e sul petto una logora copertacela di lana, e adagiò alisi meglio la grigia e scarmigliata sua testa sul cuscino dello schienale.
Cinque minuti dopo, dormiva della grossa, russava e sognava — sognava che Francesco, il marito della sua figliuola, dando retta a' consigli ispiratile dall'amor materno, aveva rubato un'altra volta... ch'erano ricchi, felici, con un avvenire ridente davanti a loro — un avvenire di furti impuniti.,, e di pane e stracchino... proprio stracchino, ch'era la sua passione.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (85/525)
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