I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      stesso sforzo che un altro farebbe a tor su un monello riottoso che v s'acciuffa compari suoi. . • ¦
      w— Che c'entrate voi? sbuffa il Pierrot, dirugginendo i denti, e scontorcendosi come Anteo in quella poco carezzevole stretta che tutti sanno; Dio vi confonda quanti siete 1 lasciate che me l'acconci a modo mio lo sfrontato pezzente... • »
      m — Altro che pezzente ! mugola il Clown... Ma non lo conosci ?..'. è un forzato.
      ' —> Un forzato ! sclamano a coro .quei della mascherata.
      * E il'sentimento di profondo ribrezzo che non può apparire sui volti vien significato colla voce, coi gesti, col voltar del capo come per disgusto, col trarsi da canto, coll'indietreggiare. . .
      • — Ehi-, maschera, che si fa? salta su tra quel susurrio la vocina acuta d'una Pierrette. Andiamo al veglione del Carcano, che almeno si starà allegri...
      — E ci troveremo tra gente onesta,^aggiunge--un panciuto Debar-deur, che stretto alla sua compagna, ha assistito alla zuffa tenendosi al largo sugli scalini di S. Tommaso.
      — Al Carcano! al Carcano! urla la folla.
      - .E via a rompicollo lungo il Broletto com'erano venuti, sghignazzando, stridendo, dando dentro con più forza, con più stordimento sulle nacchere, nelle trombe marine, e sui tamburelli.
      Il forzato, ritto in mezzo alla via, pallido, ansante, col viso travolto e le vesti scomposte, li segue attentamente coll'occhio; e quando non li vede più; quando non gli giungono più all'orecchio che fioche, e a mano a mano indistinte le acute e discordi note di quella fanfara carnevalesca, china l'altero capo sotto ul peso schiacciante dell'anatema sociale, e va e * va e va, sclamando col cupo accento del supremo sconforto :
      ^ — Ecco la,riabilitazione!
      Preoccupato da questo pensiero, e da altri non meno dolorosi, non meno opprimenti, senza pensare alle incoraggianti parole dettegli un'ora prima da Pleyston, e parendogli, non che difficile, ineseguibile il compito di giungere a forza di lavoro e di sagrifizio ad espiare, a far dimenticare un delitto, che traccia un solco d'infamia sulla fronte di chis
      lo commette,' indelebile come la lettera L che la .vecchia legislatura penale faceva improntar dal carnefice con un ferro rovente sulla spalla del ladro, il Legnaiuolo, col passo incerto, con la testa sempre china sul petto e.la larga ala del cappello rabbassata sul volto, procede a caso lungo il corso di Porta Comasina^ e pone ogni studio nello schivare i}passanti, quasi temendo che, a primo tratto, lo si ravvisi, e gliV


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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