I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      ceva scherzando al Legnaiuolo, egli'ebbe campo* di perfezionarsi, e, studiatici mezzi di sviluppare in più larga sfera di4azione il suo sistema, di spingerlo colla sicura arditezza-dell'uomo convinto agli estremi suoirisultati; < < • . * . .j . , .
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      t Appena messo in libertà sua prima cura fu di riordinare le fila della Compagnia del Lampione, sbandatasi in parte, in parte datasi a specu-> lazioni meschine, nelle quali iltcompenso*non era in ragione del pericolo e viceversa. Sgraziatamente i' tempi correvano> più che mai favorevoli al disonesto proselitismo. Gli avvenimenti politici svoltisi negli ultimi quindici anni avevano in larga parte contribuito allo sciopero della classe operaia; la sfiducia era entrata negli animi, e se la maggioranza degli operosi, rassegnandosi al momentaneo dissesto degli scemati salarii, accettava come una necessità indiscutibile la dolorosa anormalità delle¦ condizioni,a molti, balzati d'un tratto dal mondo ideale della speranza tra le angustie incalzanti della vita reale, lo sconforto inoculò l'accidia — e l'accidia è tristissima consigliera.
      Il .capitano dei Lampionai comparve .improvvisamente in mezzo agii sfiduciati come un'intelligenza del male, e con una perseverante insistenza, 'degna di miglior causa, incominciò il suo diabolico apostolato. La coscrizióne ottenne il successo che si aspettava; le botteghe degli acquavitai diedero il maggior contingente; ne era ancor trascorsa una settimana che Mangiamicche potè arringare una quarantina di pari suoi tra furfanti incipienti, furfanti a mezzo e furfanti finiti, e spiegar loro i primi paragrafi d'un facsimile della legge agraria, applicata alla borsa dei galantuomini.
      Il Guercio, intrepido veterano, provato al fuoco d'una sessantina di furti, fu nominato sergente. Golasecca, a cui la cazzuola di muratore pesava più che lo spadone a due mani del medio evo a un rachitico damerino dei nostri giorni, per essere stato il primo ad aprire colla sua croce da illetterato il registro di coscrizione, fu fatto sottentrare al Guercio nel grado di caporale. Come poi disimpegni le sue funzioni,
      10 si può supporre: l'età e l'acquavite accrebbero in lui la balorda indolenza che tutti sanno: egli accettava il caporalato ad honorem: finché si progetta e si beve, gli è sempre il primo a dare un consiglio e a suggellarlo con un bicchiere; ma quando siamo all'atto pratico, e si tratta di spingersi innanzi a una spedizione; cerca cerca
      11 caporale!., lo trovano ubbriaco morto sotto la tavola, che sogna forse d'essere il primo a scalare un muro, a sconficcare un uscio, o a smuovere senza farla cantare la spagnoletta d'una finestra.
      Fanello, fattosi, grande e grosso, e tirato su nel timor di Dio con quegli esempi che conosciamo, come il più destro e giovane della


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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