I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      giudizi? Vieni eon noi, che il posto c' è, e lavoro ce ne.ha d'avanzo. Quando la vorrai smettere di batter la birba? L'hai detto tu stesso che-
      gli è un mestiere fallito____un vero mestieraccio da cani; pigliati ilnostro, e vedrai che chi ha sale in zucca, e fa a modo, e s'ingegna, va su, su, su... e ci arriva.
      Mangiamicche ha pronunciato queste parole coli'accento stesso, di. convinzione profonda con cui Napoleone I proferì quelle altre: ogni coscritto ha dentro il suo sacco un bastone da maresciallo.
      Come si-andasse su, su, su, e dove poi si arrivasse, in verità di Dio, che non lo sappiamo. A meno che non fosse lo stesso viaggio, accen- , nato poco fa dal pagliaccio, e si venisse a far sosta al braccio traversale di quei tre legni, che sono un surrogato legale della trave, del chiodo e del fazzoletto.
      — Voi parlate bene, capitano, ripiglia Faina, ma quando le si è posto amore a quell'arte benedetta (e fa una lenta appoggiatura perchè noni gli garba punto che Mangiamicche chiami mestiere l'arte nobilissima, dei capitomboli e dei salti mortali sul trampolino) quando le si b posto amore, vedete, gli è come un volersi torre di dosso la camicia di mezzo inverno. E poi, non sempre la va a rompicollo come questa volta, e si danno dei casi...
      — Nei quali un pagliaccio può metterne tanti di costa e di quei lampanti da farsi strascinare in un tiro a quattro?... bullone 1
      La brusca interruzione del capitano fa saltare la mosca al naso a< Faina, il quale appoggia un vigoroso pugno sul desco, e ribatte col tuono dell'amor proprio offeso:
      — E perchè no?... e se non a quattro, a tiro a due se ne sono veduti.
      — Stivati dentro a un forgone, o sulla carretta dell'ospitale.
      — Niente affatto; in carrozza e da pari loro... e con tanto di catena al collo... e con tanto di anelli alle dita, infilzati l'uno sull'altro fui sotto alle unghie... e con tanto di spillone sulla cravatta tutta a colori diversi come l'arcobaleno... e tutto d'oro, vedete — oro e pietre pre-ziose, che basterebbero a comprar Milano se Milano fosse da vendere... Andate a domandarlo a papà Colubrina a cui F ho raccontato, e mi ha detto: — Vedi un po', Faina, quando si dice che l'arte',non frutta!... uno sguaiato che faceva grugnire la tromba peggio d'un porcellino da latte, e che a far lazzi non valeva la stringa delle tue scarpe, eccolo in gualdrappa di velluto, tutto tempestato d'oro e di pietre corneai « è A
      la Madonna di Loreto. —• E pazienza ii fosse ricordato i suoi antichi compagni, e mi avesse stretta la mano che io gli stendeva, a me, Faina...
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      a me suo amicone, che eravamo ferro e guaina, come si suol dire.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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