I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      «ano. Gancio tende gli orecchi, e, fallitagli la prima, va ruminando una seconda soperchieria.
      . Francesco, approfittando di quel silenzio, incomincia dal raccontare a quale estremo si trovasse ridotto la sera, allorché un pensiero che non poteva essergli ispirato altro che dalla disperazione, lo spinse entro lo studio del pittore di via S. Raffaele a chiedergli Y elemosina, che una settimana prima aveva rifiutato con lo sprezzo sdegnoso di chi ha fede in sè stesso, e non ha ancora disperato del suo avvenire.
      Dice del come venisse accolto; del giovane sconosciuto che vi trovò; ?delle domande fattegli, delle risposte date; e come sulle prime sentisse una diffidenza invincibile ad aprir l'animo suo a chi ne lo richiedeva;
      e come poco stante vi sottentrasse una fiducia illimitata, e gli paresse,
      iin udire quelle parole di conforto che nessuno gli aveva mai indirizzato, gli paresse di veder quasi rifatta sotto gli occhi la sua esistenza.
      E: quando tocca, della canzone declamata a memoria da Vittorina, delle promesse fattegli dallo sconosciuto; e dice come egli rimanesse conquiso dal fascino di quel suo sguardo; poi del danaro offerto e accettato; del suo nome e cognome scritti sul portafogli; .dell'intesa fermata pel giorno dopo, e del proposito ch'egli si era fatto di non mancarvi, Mangiamicche si fa pensoso, una nube di malaugurio trapassa rapidamente sulla sua fronte; dal suo occhio grigio traluce la diffidenza; dal suo labbro prorompe già una parola, che, proferita in quel luogo, tra quella marmaglia, coli'accento fermo della convinzione, coli'incentivo dell'esempio, della superiorità morale e dell'esperienza, può produrvi l'effetto terribile della scintilla lasciata cadere a disegno tra i barili accatastati d' una polveriera.
      E quando il Legnaiuolo, in sul finire della .succinta esposizione dell'accaduto, che il lettore conosce già per disteso, fatta a giustificazione della diretta e legittima provenienza di quei danari, conchiude:
      — Ora vi sfido tutti a sostenermi ch'essi non mi vengono di buon diritto, che sono sospetti, e che li ho rubati...
      Il capitano dei Lampionai gli risponde:
      — Meglio sarebbe che tu l'avessi fatto... o almanco non essere sfrontato a tal punto da metterci sotto gli occhi il prezzo del tradimento di Giuda.
      « Vm
      — Giuda! urlano i Lampionai.
      A quel grido d'unanime esecrazione, il forzato è balzato in piedi,
      pallido come un fantasma. Gancio guarda nuovamente alla porta, e in pari tempo va frugandoentro la saccoccia diritta de' suoi calzoni.
      Il sergente Guercio torna ad accarezzare il manico del coltello.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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