I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      -( ammaestro Verdi c'entravano sino a un certo punto — il che in buoa italiano vuol dire che non c' entravano per niente affatto.
      Ciò che attraeva esclusivamente la folla, proletaria burocratica e blasonata, era quel terza e ultima rappresentazione, e il nome del' primo soprano assoluto, stampato a lettere di scatola sull'affisso.
      «
      Giulia di Valmarana era una spagnuola... una vera spagnuolà, che aveva futto per esserlo, slancio, fuoco, espressione, compresa la carnagione smagliante, le narici mobili, le labbra voluttuose, e la pupilla nera e vellutata di tutte le spagnuole de'romanzieri.
      Correvano le ciarle più contraddittorie sul conto della celebre prima donna.
      Chi la faceva germogliare da ceppo patrizio, altri da popolano; suo padre era un toreadore, un idalgo, un saltimbanco.
      Giulia era un angelo di candore — un cherubino dall'ali di fiamma — un'andalusa dall'incedere voluttuoso — dallo sguardo pieno di promesse — dal sorriso ingenuo — provocatore — l'ottava maraviglia — un portento — un serpente — una colomba — una donna come tutte le altre.
      mQualche puritano della platea l'aveva giudicata, tout bonnementy una
      favventuriera.
      Chi aveva ragione? chi aveva torto?
      Forse tutti, e forse nessuno.
      A ogni modo, a voler ripescare quanto v'era di certo, o almanco di meno contraddittorio nel mare magno delle congetture, qualcosa di probabile si sarebbe venuto a capo di far galleggiare sulla sconvolta sua superficie.
      E giacché abbiamo condotto il lettore alla ^ Scala durante uno di que'lunghi intervalli che, di prammatica, devono correre tra un atto e l'altro delle rappresentazioni musicali, imbocchiamo senza perder tempo il lungo corridoio della prima fila, ed entriamo nel primo palchetto, dopo quello del proscenio, a sinistra.
      — Avete lettor ultimo Cosmorama, marchese?
      — No: ebbene? v
      — Ebbene quel giornale dice: « Giulia di Valmarana, l'incomparabile artista, che in due sole rappresentazioni del Macbelh seppe trarre al delirio l'incontentabile pubblico della Scala...» — Precise parole.
      — Avanti.
      — « Esordiva col più splendido successo a Madrid, sua città natale. Dicesi che un inglese — un lord, ci s'intende — finita l'opera, chièdesse all'impresario d'esserle presentato».
      — Benissimo.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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