I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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scarrozzata lungo i bastioni di Porta Orientale, il suo cocchiere, dietro cenno fattogli dal padrone, spinse i cavalli — due focosi mecklembur* ghesi puro sangue — in via della Spiga. , .
La carrozza sostò davanti al portone del palazzo Fabiani : un lacchè
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ne discese, ed entrato nel buio androne, ritornò poco stante, seguito dal portinaio. « > • U
, Il qual portinaio non era Santocchio, morto in odore di divoto spionaggio da circa tre anni, ma quel tale Andrea, cacciato da' servigi del conte Fabiani per motivi che esponemmo a suo luogo, quindi passato agli stipendii della marchesa, per esser ricompensato poi del suo furfantesco procedere rispetto ai primi padroni con quella specie di sine-cura, chè diversamente non poteva chiamarsi lo starsene là a custodire il portone d'una casa disabitata. u()
Il degno successore di Santocchio, che non capiva nulla di quel fermarsi e di quel richiederlo, soprastette dubbioso sul limitare. 0 <
Ma visto lo stemma allo sportello, e un signore che gli faceva cenno di avvicinarsi, si avanzò, reiterando profondissimi,inchini a ogni passo, fin che fu alla predella; e lì a capo chino e coll'orecchio teso, aspettò che lo sconosciuto si degnasse rivolgergli la parola. \
— Di chi è questo palazzo? domandò Gastelsanto. ? ^ir'
— Della famiglia Fabiani, illustrissimo. , ^
— E vi abita?...
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— Nessuno, illustrissimo; è disabitato. Morto il conte^ morta la contessa, scomparsi gli altri...
— Ah, scomparsi!... lt] f , ^Scosso dall'accento che dava una significazione dubbiosa alla frase,
Andrea levò gli occhi in volto allo sconosciuto, e stette lì su' due piedi, senza colore e senza movimento. , , , > r
— Se questo palazzo non è abitato, sarà, spero, abitabile, e si .affitterà? ripigliò sorridendo Castelsanto. .<
— Magari! rispose il portinaio, non ancora del tutto rassicurato di una certa rassomiglianza — Dio gli perdoni! — d'un certo modo di
é i iaggrondar la fronte, che aveva qualcosa di comune coli' espressione di corruccio del defunto conte. • f ^ u
— Perchè magari?
— La vede, illustrissimo; e accennò al cortile disselciato e fangoso, agli archi cadenti, alle impannate sgangherate de'fìnestroni, alle prò,-fonde crepe della facciata.
Poi soggiunse:
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— E questo è nulla, illustrissimo; bisognerebbe salir su per vedera
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in che stato!... , . ...
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (127/525)
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