I misteri di Milano di Alessandro Sauli
(120)
fi
< — Accetto l'invito, interruppe Castelsanto smontando dalla carrozza; e posta una moneta nelle mani del portinaio, se non vi rincresce, tsoggiunse, sono curioso... Andiamo. * Quélla visita durò un'ora. '
Andrea, a misura che s'inoltravano, andava spiegando paratamente al conte la diversa destinazione degli appartamenti.
— Questa è la sala da pranzo; quest'uscio metteva al gabinetto delcónte... Ecco il salottino; gli è il meno rovinato. Questo era il seg-
f »
giolone e il tavolino da lavoro della contessa.. eccone il ritratto là in fondo. Un mese fa dissi alla marchesa mia padrona, zia della defunta contessa, che l'umidità del muro ne guastava la tela. — Che vuoi che sappia io se si guasta o non si guasta? mi rispose stizzita; fanne una bella fiammata sotto il caminetto, e non si guasterà più. ^ Se Andrea, invece di addossare al muro uno sconquassato e polveroso seggiolone che impediva il passaggio, si fosse posto a studiare l'impressione delle sue parole sul volto dello sconosciuto, vi assicuro che avrebbe veduto tal cosa da perderne l'appetito e il sonno per una settimana.
Il risultato di quella visita fu che, due giorni dopo, il palazzo di via della Spiga venne letteralmente invaso da una squadra di muratori, falegnami, tappezzieri, capitanati da un architetto, il quale, dopo una lunga discussione avuta con Pierangelo Castelsanto, si era assunto l'incarico di rimettere la casa nel primo assetto.
E all'Andrea che voleva opporsi, un vecchietto in occhiali verdi mostrava un ordine firmato dalla Fabiani, nel quale, fra le altre istruzioni che non riferiamo, era questa: obbedire al conte Pierangelo Castel-santo, o a chi facesse per lui, senza permettersi osservazioni di sorta, adoperandosi inoltre con lo stesso zelo che avrebbe richiesto un servigio imposto dalla marchesa.
A quale scopo si facessero que' ristauri lo vedremo nel procedere del racconto.
Ora diciamo che, ricambiato un grazioso saluto, co' giovani del palchetto di prima fila, il giovine Castelsanto s'indirizzò a Edgardo Franchi, col quale pareva legato da più intima relazione:
— Mi prometteste che alla prima occasione mi avreste presentato alla marchesa Fabiani, gli disse: vi ricordo la promessa perchè l'occasione !è-venuta.
Adesso? chiese Edgardo, alzandosi.
r/
iSubito, se non vi dispiace.
E si mossero per uscire.
Signor conte, disse Reginaldo fermandolo, se non m'inganno, voi
| |
I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
|
Pagina (128/525)
|
Castelsanto Quélla Se Andrea Spiga Pierangelo Castelsanto Andrea Fabiani Pierangelo Castel-santo Castelsanto Edgardo Franchi Fabiani Edgardo Reginaldo
|