I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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CAPITOLO XI-
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v — Lo vedi, Eugenia..,? Ecco le conseguenze di quella finestra lasciata aperta!... Voi non mi credereste, Gabriele, se vi dicessi che, uscendo dalla camera letto nel salottino, dove aveano lasciata spalancata quella benedetta finestra, mi sono sentita come trapassar la persona da mille fìtte... e poi un sudore gelato, una gravezza al capoun malessere generale... Non vogliono capirla che non sono più gio-
< ^vane... se lo fossi!...
La frase, appena incominciata, fu tronca da un secondo scoppio di tosse secca e profonda, tra mezzo al quale si udirono le seguenti parole, pronunziate con voce fresca, dalle inflessioni dure e metalliche:
— Ma, Vergine santa! credete eh5è stato fatto a fin di bene, zia mia. Il medico dice che V aria del salottino è viziata ; che bisogna rinnovarla di tanto in tanto; che se continuate a starvene rinchiusa fra quattro mura ammalerete davvero...
— E per risparmiarmi una malattia... mi uccidete.
— Oh Dio benedetto!
E due grossi lacrimoni splendettero come due perle tra le lunghe ciglia della giovinetta.
— Mi uccidete! ripetè fiocamente la vecchia, riversando la persona affranta sul soffice cuscino dello schienale.
Seguirono alcuni minuti di silenzio.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (130/525)
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Eugenia Gabriele Vergine Dio
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