I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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L'amministratore cambiò colore, e stette li su' due piedi, coll'occhio fisso e il respiro sospeso. ,
Comprese tutto.
Due ore prima la donna che aggucchiava si era gittata .in lacrime a'piedi della marchesa, e: »
— Sono la figlia di Giacomo, le aveva detto, il défunto cameriere del marchese Fabiani, e vengo per ottenere da vossignoria una riparazione.
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L'abboccamento della Fabiani con questa donna durò due ore.
Quali fossero le lagnanze esposte e le consolazioni offerte, nessuno
10 seppe.
Gabriele soltanto poteva presentirle; lo fece, e si appose.
Tultavolta sulle prime dovette ricredersi.
La Fabiani riprese a parlargli colla consueta benevolenza.
Quella donna veniva, lavorava, si accomiatava tutt'i giorni alla stessa ora; e se per avventura s'imbatteva in Gabriele,un modesto... o piuttosto ipocrito chinar di capo, e uno sguardarlo sottecchi, alla sfuggita, senza significazione, e via, come si fa con un estraneo che si vede per la prima volta.
Passò un anno.
La marchesa, entrata in discorso con Gabriele di non so qual contratto di locazione da rinnovarsi, lasciossi scappare, così... alla sbadata,
11 temuto vocabolo, resoconto..
Vennero i sudori freddi ai povero amministratore.
— La signora marchesa non sarebbe forse contenta de'miei servigi?
— Oh mio Dio, no, rispose sbadatamente la Fabiani; ma penso chei
voi siete giovine, scapolo, fornito di talenti, da cui potreste ricavare maggior costrutto; penso che l'amministrazione del mio patrimonio, con un ragioniere e quattro commessi subalterni che vi accudiscono, la è quasi un sine-cura, mentre vi hanno uomini probi, intelligenti... e sopratutto ammogliati (la marchesa appoggiò sulla frase) che hanno diritto al superfluo di noi altri ricchi (la marchesa, quando le tornava, non isdegnava accattare argomenti dalle teoriche, così dette, sovversive del socialismo) e che dobbiamo soccorrere a preferenza...
— Dei celibi? chiese, interrompendo con arditezza, Gabriele. ^
— Certamente.
— Di guisa che se io non Io fossi?... ,
— Ohi allora la cosa muterebbe aspetto, figliuolo mio; comincerei a credere che il Signore, nella sua infinita bontà, si è degnato di toc* carvi il cuore.... che vi siete ravveduto....
E girò un'occhiata significativa all'angolo del salotto, dove sedevi,
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (133/525)
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