I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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— Il che significa che non ne siete certo.... Povero barone!
— La signora marchesa mi compiange?
— Ma sicuro. Vostro figlio, dite voi, è minacciato da un gran pericolo, e non vi date attorno, non prendete informazioni, non provedete?... Scommetto che Edgardo ignora che siete a parte di questa tresca ? • 1
— Lo ignora, e, buone o cattive, avevo le mie ragioni per attenermi al partito di non immischiarmi in cosa che, tutt'al più, stimavo uno sfogo giovanile, un capriccio effìmero, e senza conseguenze. Mi confortavo pensando che i miei caldi e allegri vent'anni li avevo-anch'io spensieratamente.... troppo spensieratamente goduti, e che giunto all' età del giudizio (e qui fissò la marchesa) non dovevo pretendere in altri quella-virtù intollerante — impotenza mascherata d'ascetismo — naturale risultamento d'una giovinezza malamente sfruttata.
La Fabiani fece le viste di non capir l'allusione, e fissato alla sua volta Gabriele, con quel suo risolino schernevole e traditore:
— Dio vi usi misericordia, sclamò, perchè siete stato un gran peccatore.
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— Chi è senza peccato, marchesa, scagli la prima pietra, ribattè malignamente il barone. E poi, io credo d'aver detto di non aver sulle prime sospettato che le cose procedessero tant'oltre. Sapevo che Edgardo faceva la sua corte a una cantante in voga.... una di quelle celebrità più o meno sospette, per le quali l'arte è un di più, una vernice, un'apparenza.... una specie di vidimazione morale sull' equivoco passaporto dell'avventuriera. Per far che facciano queste donne non potranno ispirar mai una passione seria ad un giovinotto. Vi hanno capricci che giungono sino alla stravaganza, ma non vanno oltre , e sfumano con la stessa rapidità con cui vennero davanti a una pensata
.risoluzione. Ero tanto certo del fatto mio che aumentai di cento lire
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l'assegnamento mensile di Edgardo.
— Quale scandalo! ciò equivaleva a un'approvazione indiretta della sua condotta.
— Le avverto, illustrissima signora, che espongo un fatto senza l'inutile o sciocca pretensione di giustificarlo.
— Meno male. Continuate. . ,
Gabriele Franchi stette alquanto sopra di sè per riflettere, poi ripigliò con accento, da cui traspariva un non so che di penoso e di imbarazzante, come una ripugnanza di richiamar memorie ingrate al suo cuore... come un timore superstizioso di qualcosa d'ignoto e terribile che gli sovrastava.
— Io non conoscevo la Valmarana; ne udivo spesso parlare ne'eroe-
Misi. Voi. IL ' 9
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (137/525)
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