I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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l'ultima moneta della sua borsa, una persona che amava di conservar l'anonimo, spediva diecimila franchi all'indirizzo della contessa. « » Era ciò probabile?... — Ella sorride, signora marchesa....,eppure l'accaduto non era soltanto probabile — era certo. .[
» La persona, che amava di serbar l'anonimo, era il biscacciere. » Sembra che quest'uomo, benché preoccupato esclusivamente dalle sue infami speculazioni, avesse tratto .tratto de'ritorni di coscienza — fenomeno morale che vorrei assomigliare ai lucidi intervalli nella pazzia — durante i quali, forse per diversivo, egli si sentiva il coraggio d'esser padre... e padre in tutta la significazione della parola. >
» Ho detto coraggio perchè a quei periodico e repentino trapasso da biscacciere a padre una certa virtù di abnegazione era necessaria. • » Ora accadde che l'unica sua figliola, una dolce e appassionata giovinetta, che alfanni di cuore aveano ridotto a cattivo termine di salute, approfittando destramente d'uno di questi lucidi intervalli f dei-padre, seppe tanto fare e pregare da indurlo a restituire, se non intera, almeno parte della somma, truffata al conte nel giuoco. >
* Una settimana dopo il biscacciere dava un eterno addio a quella sozza spelonca di ladri della corsia di S. Giorgio, prendeva lafposta per Varese, comperava del suo una casetta sulla collina, e vi si fermava.
» Colà essi vissero ritirati e felici per parecchi anni. La salute della giovinetta migliorava a/vista d'occhio; il biscacciere . si beava tra sè nei pensare d'aver saputo prendere a tempo una buona risoluzione.
» Sembra che gli altri due terzi del» danaro truffato al conte non li pesassero per niente affatto sulla coscienza. . . i «
» E parlano di rimorsi! . 4 . —
> Ma ciò che non gli persuase il cuore, l'ottennero invece le insistenti preghiere della figlia dopo molti « ohimè L. e a che prò adesso?... Ventimila franchi a questi lumi di luna!... Ah, la coscienza!7»;
» Benché il biscacciere fosse intimamente convinto che ventimila* franchi uno sgravio di coscienza era pagarlo caro, nondimeno, fatta di necessità virtù, chinò il capo, e si rassegnò. » Lascio imaginarvi la scena che si svolse nel gabinetto del conte*
» Allorché il biscacciere disse: ' » ' .v -
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» — I diecimila franchi, ricevuti dalla signora contessa, non erano nè un'elemosina, nè un regalo, ma una restituzione. Sono io che gl'iviai entro un portafogli; accompagnati
» Allora, scrive il Fabiani, accadde in me tal cosa, che rabbrividisco
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (167/525)
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S. Giorgio Varese Fabiani
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